Venerdì 31 agosto talk show a Monte Sant’Angelo con Giancarlo Giannini
È uno dei volti più noti del cinema italiano e una delle voci più seducenti. Ha vinto sei David di Donatello, cinque Nastri d’argento e cinque Globi d’oro. È il maestro Giancarlo Giannini, che venerdì 31 agosto sarà a Monte Sant’Angelo per l’ultimo dei talk show promossi dalla Fondazione Apulia Film Commission questa estate in Puglia.
Alle ore 20.30, nel Chiostro delle Clarisse, nel centro storico di Monte Sant’Angelo, il maestro Giancarlo Giannini parlerà della sua lunga carriera artistica attraverso il ricordo di straordinari film e anche immancabili aneddoti che hanno segnato la sua straordinaria attività di attore internazionale.
All’incontro porteranno i saluti il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo; l’Assessore alla cultura e al turismo della Città di Monte Sant’Angelo, Rosa Palomba e Fabio Prencipe, componente del CDA della Fondazione Apulia Film Commission. Giannini sarà intervistato dalla giornalista Giovanna Greco. L’appuntamento, inoltre, chiude la rassegna “CinemArci”.
GIANCARLO GIANNINI – Attore. Studia recitazione all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma e dopo essere apparso in numerose produzioni teatrali e televisive, nel 1965 debutta sul grande schermo in “Fango sulla metropoli” di Gino Mangini. Seguono molte altre apparizioni ma non riesce ad imporsi fino al 1970, anno in cui interpreta “Dramma della gelosia – tutti i particolari in cronaca” di Ettore Scola. Fondamentale è l’incontro con la regista Lina Wertmüller, nascono così i personaggi grotteschi e ironici di “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (1972), il Tunin di “Film d’amore e d’anarchia, ovvero stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza” (1973), “Pasqualino Settebellezze” (1976), il marinaio Gennarino di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974) che gli portano il successo nazionale e internazionale e gli fanno guadagnare un Nastro d’argento come miglior attore (1973, per “Mimì metallurgico”), il premio come miglior attore a Cannes (1973, con “Film d’amore e d’anarchia”) e una nomination all’Oscar come miglior attore protagonista (1977, per il ruolo di Pasqualino Settebellezze). Nel corso della sua lunga carriera ha lavorato con molti dei migliori registi del panorama italiano, tra cui Luchino Visconti (“L’innocente”, 1976), Sergio Corbucci (“Il Bestione”, 1974; “Bello mio, bellezza mia”, 1982), Mario Monicelli (“Viaggio con Anita”, 1979; “I Picari”, 1988; “Il male oscuro”, 1990), Dino Risi (“Sessomatto”, 1973 e per la tv “Vita coi figli”, 1990). Tra le sue migliori interpretazioni troviamo anche quella del napoletano Salvatore Cannavacciuolo in “Mi manda Picone” (1984) di Nanny Loy, che gli vale il David di Donatello come miglior attore protagonista. Nel 1986 debutta nella regia con “Ternosecco”, da lui anche scritto e interpretato. Molte anche le sue apparizioni nel cinema americano tra cui “Il segreto di Santa Vittoria” (1969) di Stanley Kramer, l’episodio “Life with Zoe” diretto da Francis Ford Coppola in “New York Stories” (1989), “Il profumo del mosto selvatico” di Alfonso Arau (1995), “Hannibal” (2001) di Ridley Scott, con cui vince il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista. Il 2002 lo vede protagonista di “Ti voglio bene Eugenio”, diretto da Francisco Josè Fernandez, nei panni di un uomo affetto dalla Sindrome di Down. Nel suo palmarès, oltre ai premi già citati, troviamo tre David di Donatello (uno del 1995 come miglior attore non protagonista in “Come due coccodrilli” di Giacomo Campiotti e due come miglior attore protagonista: nel 1996 con “Celluloide” di Carlo Lizzani e nel 2002 con “Ti voglio bene Eugenio”) due Nastri d’argento (uno del 1998 come miglior attore protagonista in “La stanza dello scirocco” di Maurizio Sciarra e uno condiviso con tutto il cast artistico maschile di “La Cena” diretto da Ettore Scola) e una Targa d’Oro dell’Ente David di Donatello (2000). Ha ricevuto un ulteriore Nastro d’argento come miglior doppiatore maschile nel 1994 per aver prestato la voce ad Al Pacino in “Carlito’s Way” di Brian De Palma. Oltre ad Al Pacino molti altri attori stranieri hanno beneficiato della sua voce sui nostri schermi. Nel 1967 ha sposato l’attrice e regista Livia Giampalmo da cui ha avuto due figli, Lorenzo e Adriano (che ha debuttato come attore nel 2001 con il film vincitore a Locarno “Alla rivoluzione sulla due cavalli” di Maurizio Sciarra) e dalla quale ha poi divorziato. Dalla seconda moglie ha avuto altri due figli. Nel tempo libero si diletta di fare l’inventore. Suo è il giubbotto che Robin Williams indossa nel film “Toys”. Con Lina Wertmüller è proprietario della Liberty Films.