C’era una volta la Scuola (quinta puntata)
Non si capiva come si potessero infilare tutti quei libri nella cartella di scuola. Dopo averli ritirati da Colorinda (“int la strada lu pont”). Si era passati da due libri (Sussidiario e Lettura) ad almeno 6-7. Uno per ogni materia, si stava crescendo e la pubertà (“lu svelupp”) era in agguato. Poi, era la mamma che sapeva quali libri mettere dentro la cartella nuova, quella per la Scuola Media: e così sapemmo, noi reduci dalle Scuole Elementari che non si dovevano portare tutti i libri, tutti i giorni.
E allora nuovi orizzonti si aprirono davanti ai nostri occhi: ogni giorno potevamo imparare materie diverse non più con un solo maestro, ma con tanti professori!! Di Disegno, Italiano e Storia, Geografia, Applicazioni Tecniche, Religione, Educazione Fisica… si faceva ordine su ogni cosa.
Tutti ricordiamo il primo giorno alle Scuole Medie: c’era all’ingresso un professore che leggeva ad alta voce l’elenco degli studenti di ogni sezione, e piano piano si entrava nell’atrio della Scuola Media “Francesca De Carolis”, dove c’erano dei bidelli che ci accompagnavano dentro la nostra nuova classe.
Nell’anno scolastico 1976-77 (quello mio), le sezioni erano comprese dalla sezione A all’H, quindi la bellezza di otto sezioni, per tre classi, totale: 24 aule!! Però quell’anno ci fu una novità storica: venne istituita la prima sezione mista!! La sezione “I” (“i” come imbuto), solo che durò pochi mesi: il tempo di finire quell’anno scolastico, e al secondo anno ci fu lo “smistamento” dei sessi: le ragazze vennero dirottate nella sezione H, e i ragazzi alla sezione C.
Quella di studiare per la prima volta in una classe mista, non è stata un’operazione da poco: avevamo avuto in quei tempi un’educazione molto rigida, dettata soprattutto dalla religione alla quale apparteniamo. Fino a pochi anni prima, delle persone anziane, (molte anziane) ci mettevano in guardia di non giocare con le bambine, altrimenti si rischiava che morissero… i genitori(?!) C’erano giochi per ragazzini e quelli per ragazzine…
Con queste premesse, come ci si poteva muovere dentro un’aula dove c’erano bambine che potevano essere, a loro insaputa, delle potenziali killer dei genitori di altri ragazzini?? Iniziammo a prendere le cautele del caso: prima di tutto non sedersi allo stesso banco con una ragazzina, quindi il distacco dei sessi continuava…
Ricordo che la mia prima professoressa di Italiano, De Feudis, ci dette come primo compito da svolgere, quello di raccontare la nostra famiglia e la nostra abitazione: una specie di mini ufficio catastale in tempi non sospetti. Il tutto serviva per conoscerci meglio, e come meglio approcciarci a nuovo coso di studi, molto differente rispetto a quello delle Elementari.
E non c’erano più attaccati alle pareti i quadretti con le lettere dell’alfabeto che indicavano la prima lettera dell’oggetto rappresentato al centro. Ma nelle aule delle Scuole Medie, c’erano enormi carte geografiche che puntualmente cadevano, staccandosi improvvisamente dalle pareti. E bisognava riattaccarle ogni tre-quattro gironi.
In Prima Media ci si ritrovava con molti ragazzini con i quali si aveva ottenuta pochi mesi prima la Licenza Elementare. Molto dipendeva dalla scelta della lingua straniera: Francese o Inglese, e questo è stato il primo spartiacque tra la meglio gioventù sammarchese. Molti sceglievano il Francese, essendo una lingua cugina a quella nostra; l’Inglese era una lingua “nuova” per i ragazzini di quarant’anni fa, non tutti si fidavano.
Un nuovo oggetto entrava nella cartella dei ragazzini delle Scuole Medie: il diario scolastico. Un ottimo promemoria su cosa studiare e quando, quello che i professori ci avevano assegnato come compiti per casa. Il diario scolastico già dava un segno distintivo sulla personalità dei ragazzini: c’era quello delle Giovani Marmotte, di Linus, Barbie, Jacovitti, Heidi, Corriere dei Piccoli, Goldrake, il Giornalino… veniva anche scarabocchiato: erano i primi sintomi di come si stava crescendo e cercare di capire quale posto si voleva occupare nella società.
ll compito di Italiano. La traccia e lo svolgimento. Due momenti che sono rimasti indelebili nelle nostre menti. La traccia: un testo che a volte poteva non essere di facile comprensione, poi spiegato dal professore e spesso aiutati dallo stesso, si capiva meglio cosa volesse da noi… la Scuola Media.
Lo svolgimento, era da quel momento che si capivano le difficoltà della vita: spiegare agli altri i tuoi pensieri. Non c’era più il dettato delle scuole elementari, adesso con il Tema bisognava mettere nero su bianco pensieri e parole proprie, di ragazzini dagli 11 ai 14 anni.
E lo svolgimento era un campo minato, dove di tutto poteva succedere!! Più si scriveva, e più fesserie venivano scritte!! (presentare un compito troppo corto non era bello…) Si mischiavano, scrivendo, fatti accaduti durante la Prima Guerra Mondiale con la Seconda Guerra di Indipendenza, si confondeva Pilato con Caligola, si metteva per iscritto che Annibale fosse parente stretto con Pirro re dell’Epiro, che Giulio Cesare era stato ucciso alle idi di Marzo poiché i senatori romani ad Agosto stavano in ferie (ferie d’Augusto?) e in più le nostre considerazioni su quello che avevamo scritto!!!!!!!!
Ora, perché soprattutto durante i primi mesi di Prima Media c’era così tanta confusione mentale? e per capire che tutta la Storia che “conoscevamo”, non poteva essere un’opinione, ci volle un po’ di tempo?? Il motivo è semplice: avevamo acquisito delle notizie elementari fino a pochi mesi prima, a tutto ciò si aggiungeva qualche “insegnamento” avuto dai più grandi, e in più qualche altra scheggia impazzita di “storia alternativa” ci era giunta dai parenti stretti.
A quel punto iniziava il lavoro grosso da parte dell’insegnante di Lettere: mettere ordine alle varie guerre, distinguere quelle che c’erano state centinaia di anni fa, da quelle scoppiate pochi anni prima; e poi usare tante volte le matite blu e rosse, per correggere gli errori grammaticali dei ragazzini, e che per il momento le considerazioni personali era troppo presto per esternarle .
In Prima Media capimmo che la Scuola Elementare era finita. Le equazioni, prendevano il posto delle tabelline cha andavamo a sbirciare all’ultima pagina del quaderno a quadretti. Le radici quadrate: altri sconosciuti oggetti misteriosi. La Geometria, i solidi, le figure piane, le tre dimensioni… ci sembrava di essere sbarcati su un altro pianeta!!
La “conquista” più grande era l’ora di Educazione Fisica una volta la settimana. E finalmente potevamo giocare “ufficialmente” a calcio, pallavolo, pallacanestro; si potevano fare le capriole (capuccedd), il quadro svedese, la spalliera, salire la corda e la pertica, il tutto in una palestra enorme, altissima e con un pavimento nero.
E l’ora di Educazione Fisica veniva messa sempre a fine giornata: i ragazzini erano ormai tutti sudati, e i professori non potevano insegnare con le finestre aperte, soprattutto d’inverno…)
(Nella prossima puntata: quando la Religione ci fece capire che bisognava credere!!)
Mario Ciro Ciavarella Aurelio