Non ci sono più gli indovini di una volta. O meglio, ci sarebbero, però con la tecnologia che avanza e con l’ingenuità della gente che sta diminuendo giorno dopo giorno, non si sa più a che santo (laico) votarsi, considerando che chi “prevede” il futuro… non lo prevede più. Tempo fa era facile recarsi da un cartomante o qualcosa di simile per farsi predire il futuro, o addirittura farsi suggerire cosa fare per ottenere quello che si cercava.
Come quando ci si reca in pellegrinaggio: si va a visitare il santo al quale si chiede una grazia, come controprova del favore (se lo si ottiene) si fa un fioretto più o meno impegnativo. È un dare/avere in senso molto pratico e che forse rasenta “il sacrilegio”: un mercato chiaramente spiccio, favore per favore.
Il concetto di “pregare per ottenere una grazia” è molto complesso: è come quando si va da un politico per ottenere un posto di lavoro. Ti prego (o ti pago) e tu in cambio esaudisci il mio desiderio, se ci sono le condizioni. È un esempio molto pratico, giusto per intenderci. In questi casi, quando si va a chiedere, in fondo, si chiede di esaudire dei desideri, dei sogni.
Abbiamo sempre da fare, per completare la nostra personale “creazione” che non finisce mai. Siamo in perenne moto perpetuo per completare l’opera della nostra vita, anche perchè i problemi non finiscono mai: quando iniziano difficilmente vengono risolti.
Però c’è un personaggio cinematografico inventato che non ha un nome, ma solo una faccia, ed è seduto in un bar, il “The Place” e dispensa consigli su come migliorare la nostra vita: fa avverare i nostri sogni. E lo fa gratis. È il personaggio principale dell’omonimo film di Paolo Genovese che annovera una decina di attori italiani, dove si incrociano le loro storie, tutte piene di desideri da realizzare.
Questo “uomo” come viene denominato nel film, regala suggerimenti in modo assolutamente gratis. Ma “in cambio” non transige su quello che dice di fare ai suoi avventori!! I suoi clienti devono eseguire alla lettera i suoi consigli, che spesso sono estremi, anche come uccidere delle persone. I personaggi di questa storia si sfiorano, difficilmente si incontrano, è come se in questo film siano le storie a scontrarsi e non gli uomini.
È come se l’umanità non fosse costituita da uomini e donne, ma da drammi, tragedie e commedie che si muovono, e di conseguenza vanno a toccare le vite degli altri. In un’enorme ragnatela dove al centro c’è questo “uomo”. Il personaggio principale del film è sempre lì, non si muove da quel locale e accetta tutti quelli che vanno ad interpellarlo, in fondo lui non impone nessuna decisone da prendere, ma suggerisce.
Questi suggerimenti sembrano andare contro ogni logica: se si agisce in quel modo, un altro essere umano non se la passerà bene, o morirà o soffrirà. In fondo questi clienti vogliono che i loro sogni si avverino e non vogliono rinunciarvi: salvare la vita ad un parente, ritrovare la fede in dio, diventare più belli; come se nelle loro vite, se si avverassero quei sogni, riuscirebbero a risolvere tutto!
Eppure dietro l’angolo c’è quasi sempre un altro problema da risolvere, e siamo punto e a capo. Solo che questo “uomo dei sogni” non avvisa su questo aspetto della vita, lui non prevede il futuro, ma lo suggerisce. Non impone a nessuno di agire in un certo modo.
C’è un libero arbitrio che tende verso la morte: come se quei sogni non ancora avverati, portassero i personaggi di questo film verso un tragico finale. E’ come se la vita di ognuno di noi, anche se i sogni si avverassero tutti, avrà comunque un epilogo tragico, senza senso.
La bellezza di questo “uomo” nel film “The Place” consiste nel non dire chi è, e perché è lì in quel locale. Si trova lì probabilmente da sempre, come da sempre l’umanità è sulla Terra, se consideriamo la nostra specie come la “capostipite” di tutte le specie (non vantiamoci troppo, non c’è nessuna ragione…) è come se fosse un moto perpetuo che dà la carica vitale all’umanità: senza sogni e senza modo per realizzarli, tutto sarebbe inutile.
Riuscire a realizzare i nostri sogni spesso viene fatto a discapito degli altri, come nel gioco della Dama: una pedina mangia l’altra e occupa quello spazio. L’uomo dei sogni nel film invece non occupa nessuno spazio altrui, è sempre seduto su quella sedia, in quel locale. E aspetta che la gente lo vada a trovare e chiedere cosa fare dalla propria vita.
E quando qualcuno lo va a trovare, prende vita. E inizia la vita di un sogno.
Soundtrack: “Sweet Dreams” – Eurythmics
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Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO