La specie imprevista n. 521: Palamede, l’eroe dimenticato
Non pensiate che gli eroi di tanto tempo fa fossero tutti buoni, belli e alti(!?), ma erano tutti stronzi, bastardi e figli di puttana… giusto per essere chiari. Erano prima di tutto, quasi tutti figli di divinità che spesso si accoppiavano con gli umani, e di conseguenza la regalità dei cosiddetti eroi non era poi così evidente. Infatti erano fisicamente come noi, solo che erano dei semidei e quindi duri a morire!!
E quando morivano, ci voleva anche l’approvazione di alcune divinità dell’Olimpo, altrimenti morivano… di vecchiaia. Quindi, tutta questa straordinaria forza, coraggio e astuzia non erano delle doti “guadagnate sul campo”, ma erano già destinate fin dalla nascita.
Il tanto osannato Ulisse, era quello più stronzo di tutti, tra gli achei che partirono per la guerra contro Troia. Perché era quello più miserabile di tutti? Il motivo è semplice: perché non voleva partire!! E qual è il metodo per non partire per una guerra?? fingersi matto!!! Dalle nostre parti si dice: “C mbigna fregna p non ji alla uerra”. Ecco come tale detto tramandato di generazione in generazione, partendo da Troia (non in provincia di Foggia) è giunto fino a noi garganici.
E fin dove si spinse la malvagità di Ulisse quando invece partì per la guerra di Troia?? Fece uccidere colui che scoprì il suo trucco per cercare di evitare la guerra. E chi scoprì il trucco di Ulisse? Un certo Palamede. L’eroe dimenticato! (nella foto).
L’assurdità del genere umano si evidenzia molto bene soprattutto durante una guerra: in quei momenti non c’è nulla che sia retto da ragione, sentimenti, logica, fratellanza… e tutto ciò che ci dovrebbe distinguere dal resto della flora e della fauna. Come si dice sempre dalle nostre parti? si dice: “Quann è uerra è uerra!” e di conseguenza non si guarda in faccia a nessuno, nemmeno ai nostri commilitoni: l’istinto di sopravvivenza vince su tutto e tutti.
Come ha fatto la storia a farci ricordare quello stronzo di Ulisse e non l’astuto Palamede? Ci si mise in mezzo la guerra di Troia: Ulisse non voleva partire, appena seppe della spedizione da parte dei greci contro la città di Troia, fingendosi pazzo. E si fece trovare su una spiaggia che stava arando, servendosi di un bue e di un asino, e seminava sulla sabbia.
Ed è a questo punto che Palamede entra in campo in tutta questa strana storia. Prese in braccio il figlio di Ulisse, Telemaco, che aveva pochi anni, e lo depose davanti all’aratro. Ulisse vedendo suo figlio a pochi centimetri dall’aratro, si fermò. E tutti capirono che il quasi furbo Ulisse era perfettamente lucido. E così partì per la guerra di Troia.
E da questo episodio che Palamede finì agli onori della storia, ma per pochissimo tempo: infatti venne ucciso come traditore . Ma come può un eroe che parte di sua spontanea volontà per la guerra di Troia, come fece Palamede, ad essere ucciso dai suoi stessi commilitoni per tradimento??
Chi poteva essere a congiurare contro di lui? Ulisse!!! E chi se no… fu Ulisse che mise nelle tasche di Palamede del denaro e poi inventò una storia di congiure e tradimenti, avendo venduto i piani di guerra degli achei ai troiani. L’eroe dimenticato si difese come potè, ma tutto fu inutile. L’astuzia (definiamola così per farla breve…) di Ulisse ebbe la meglio: Palamede venne condannato alla lapidazione.
Ora, perché il nome di Ulisse è ricordato ancora oggi e quello di Palamede non lo ricorda nessuno?? Perché nella vita, come nelle guerre, vince chi è più furbo, chi ha pochissima coscienza e dimentica di far parte di un genere della fauna definito come Homo sapiens.
Palamede è stato dimenticato, ma non le sue invenzioni: Euripide, autore teatrale di tanto tempo fa, lo ricorda come l’inventore dell’alfabeto greco, della scrittura, della moneta, della musica, di tattiche militari, ha inventato il calendario distinguendo le stagioni…
Se fosse nato oggi forse avrebbe inventato Facebook. E Ulisse non andò oltre un cavallo…
Soundtrack: “Vince sempe tu”- Patrizio
Film recommended: “Una poltrona per due” con Dan Aykroyd e Eddie Murphy
Mario Ciro Ciavarella Aurelio