Omicidio Desirèe, arrestato a Borgo Mezzanone (Foggia) il quarto uomo
Il cittadino del Gambia sospettato di essere il quarto uomo implicato nella morte di Desiree Mariottini è stato bloccato a Foggia, era in possesso di circa dieci chilogrammi di marijuana. Secondo fonti investigative, lo stupefacente era nella baracca dove è stato trovato l’uomo, nella baraccopoli che circonda il Cara – il centro richiedenti asilo di Borgo Mezzanone. L’uomo è stato trovato in possesso anche di una pistola giocattolo. All’arrivo delle forze dell’ordine si è barricato nella baracca ed è stato necessario sfondare la porta per arrestarlo.
Secondo quanto si apprende, l’uomo si chiama Yusif Salia, ghanese di 32 anni, al quale era stato rilasciato un titolo di soggiorno per motivi umanitari dalla questura di Napoli il 15 dicembre del 2012 che però risulta scaduto da gennaio 2014.
L’attività di individuazione del quarto uomo è stata possibile grazie alle intercettazioni telefoniche avviate, immediatamente dopo il delitto, dalla Squadra Mobile di Roma che ha localizzato il cellulare del fuggitivo, precisamente nella “ex pista” di Borgo Mezzanone. La zona individuata a quella adiacente al C.A.R.A. dove insiste un insediamento di cittadini extracomunitari che non hanno più titolo ad essere ospitati all’interno del centro d’accoglienza.
«Catturato a Foggia il quarto verme che avrebbe stuprato e portato alla morte Desiree. Si tratta (guarda caso) di un immigrato clandestino. Per lui, come per gli altri tre, carcere duro e a casa!. Ringrazio la procura e le forze dell’ordine per la rapidità e l’efficacia». Così su twitter il ministro dell’Interno Matteo Salvini commenta l’arresto del quarto uomo coinvolto nella morte della sedicenne di Cisterna di Latina, e invoca la castrazione chimica per gli stupratori.
«Riteniamo che Yusif Salia sia arrivato nel Foggiano immediatamente dopo l’atroce delitto». Lo ha detto in conferenza il capo della squadra mobile di Foggia, Roberto Pititto, dopo il fermo del ganese per concorso nell’omicidio di Desirèe Mariotti. Gli inquirenti – a quanto si apprende – stanno ora accertando la presenza di eventuali complici che possano aver aiutato Salia nella breve latitanza. . Al momento dell’irruzione della polizia, il 32enne era solo nella baracca. “Stando alle informazioni in nostro possesso – ha detto Pititto – sappiano che il ganese ha soggiornato nel Cara di Borgo Mezzanone fino al 2014; successivamente si sarebbe spostato lungo la pista abusiva», una zona adiacente al Cara dove sorge la cosiddetta ‘baraccopolì in cui vivono da tempo numerosi migranti che non hanno più titolo per essere ospitati nel Cara. “Salia ha inoltre – ha concluso Pititto – precedenti penali specifici in materia di sostanze stupefacenti».