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Allarme brucellosi sul Gargano. Vertice in Prefettura con i sindaci e il Servizio Veterinario

Il deprecabile fenome­no della brucellosi continua a preoccupare sia gli allevatori del Gargano che le istituzioni lo­cali. Il prefetto Mariani ha convocato una ap­posita riunione a Foggia presso il palazzo della Prefettura, la quale fissata in un primo tempo lo scorso 26 ottobre e poi slittata a martedì 6 novembre alle 10.

Convocati oltre ai 7 sindaci degli altrettanti Comuni del Gargano coinvolti – ovvero Apricena, Cagnano, Monte Sant’Angelo, Rignano Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis e San Nicandro Garganico – anche il Dipartimento promozione della salute della Regione Puglia, i vertici dell’Asl Foggia ed il presidente del Parco Nazionale del Gargano. L’oggetto della convocazione è: “brucellosi del Gargano-pascoli da recintare” e nella missiva il prefetto invita gli enti convocati a partecipare alla riunione con un proprio qualificato rappresentante “per la risoluzione – si legge- della problematica”. “Sulla necessità in area protetta di recintare i pascoli di animali che vivono allo stato brado per eliminare la promiscuità alla base del fenomeno della brucellosi, il Parco – anticipa la dottoressa Carmela Strizzi, direttore facente funzioni dell’ente – per motivi di salute, dirà di sì, anche se – aggiunge- in fase di rea­lizzazione dei recinti sarà richiesta la necessaria osservanza delle prescrizioni previste dalla nor­mativa in area Parco come per esempio l’utilizzo delle tecniche tradizionali che permettono il passaggio della fauna”. La situazione della bru­cellosi sul Gargano, pur con una flessione dei casi del trenta per cento negli ultimi tempi, va tenuta comunque sotto controllo. Le aziende risultate “positive” e dislocate in sette comuni della provincia di Foggia sono più di trenta. La brucellosi, va premesso, è stata riscontrata sia nei bovini, che negli ovini e caprini e continua quindi ad essere un problema per gli allevatori garganici. L’Asl di Foggia è impegnata da tempo in una assidua azione di controllo sulle aziende. Il trasferimento della zoonosi nell’uomo, infatti, si è ridotta notevolmente negli anni, ma la guar­dia resta alta. Nessuno nasconde che a causa della natura stessa degli allevamenti sul pro­montorio, prevalentemente composti da più di 300 capi che pascolano allo stato brado per una popolazione di oltre 40mila bovini, debellare il problema resta assai difficile, ma nulla deve essere lasciato di intentato. Il servizio veteri­nario sanità animale Nord/Sud monitora anche i 5mila bufali che pascolano sulla Montagna del Sole. I controlli sono indispensabili, non solo per sventare situazioni di abusivismo, ma soprat­tutto per garantire la tracciabilità del prodotto, soprattutto nel caso di approdo alla grande di­stribuzione organizzata.

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