In una nota firmata dal Club Alpino Italiano – Sezione di Foggia, WWF Foggia, Legambiente San Giovanni Rotondo – Circolo “Lo Sperone”, Italia Nostra e Federazione Nazionale Pro Natura, finiscono nel mirino le ultime nomine al Parco del Gargano.
Ecco il comunicato. Il Gargano e il suo Parco è quello stesso territorio che ha visto negli ultimi anni due comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (Monte Sant’Angelo e Mattinata, ndr), stragi di mafia, abusivismo e illegalità più o meno diffusa.
Oggi il suo Ente territoriale più importante, il Parco, sceglie con un voto a maggioranza del suo Consiglio Direttivo, la terna direttoriale da inviare al Ministero dell’Ambiente, fuori dalle procedure, dalle competenze e da una logica meritocratica; uno schiaffo a quanti vorrebbero vedere e lottano per vedere segnali di cambiamento che possano dare a tutti speranza e futuro.
“Noi siamo con la minoranza del Consiglio Direttivo. Speravamo in un chiaro segnale di cambiamento nella scelta del Direttore del Parco Nazionale del Gargano, un scelta di ecologia morale che spazzasse via clientelismi, appartenenze, familismi e amoralità”.
Non sono stati tenuti in conto le competenze nei 42 Curriculum Vitae valutate anche da Massimo Monteleone (docente Unifg designato dal Ministero dell’Ambiente), che su mandato dello stesso Consiglio Direttivo aveva proposto una valutazione meritocratica, restringendo in una rosa di 15 nomi i potenziali aspiranti alla direzione che, guarda caso, non comprendeva due dei tre nomi prescelti poi dalla maggioranza dello stesso Consiglio Direttivo.
Un’arroganza della maggioranza, certamente impropria, a cui con un pubblico comunicato si sono opposti lo stesso Monteleone, Marco Lion (designato in Consiglio dalle associazioni ambientaliste) e Francesco Riga (designato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA).
“Esprimiamo il nostro sdegno e la nostra delusione e chiediamo ai tre rappresentanti che si sono opposti e hanno messo a verbale una nota che arriverà all’organo di controllo (il Ministero dell’Ambiente), di continuare ad affermare la giustizia e la verità, in nome di una scelta che dovrebbe solo indicare alla direzione del Parco una persona con competenza e professionalità”.
Quanto è accaduto il 14 dicembre scorso per l’individuazione della terna di candidati a direttore dell’Ente Parco Nazionale del Gargano si configura “come una forzatura inaccettabile delle procedure e, assieme, una manifestazione di dittatura della maggioranza che non trova riscontro nelle norme e nella prassi relative alle modalità di elezioni e/o di nomina negli organi sia elettivi che amministrativi” (dalla dichiarazione a verbale del C.D. dei tre consiglieri in minoranza).
Il Parco Nazionale del Gargano ha bisogno di efficienza ed efficacia per dimostrare alle popolazioni garganiche che lo Stato c’è e si afferma nella propria capacità di azione e decisione propositiva e a favore dell’ambiente e di chi di questo ambiente fruisce; non può e non deve essere il Parco un distributore di potere e prebende.