L’ingenuità che imperversava negli anni ’70 (e anche prima) metteva tenerezza, se viene riconsiderata tanto tempo dopo. Un’ingenuità genuina, semplice, che rispecchiava quei tempi, quando i modi “per passare il tempo” erano pochissimi: due canali televisivi, per ascoltare le canzoni non c’erano tantissime possibilità, si andava al mare unicamente con il costume sotto i pantaloni e un asciugamano, alcuni giornalini spesso “sconci” e il divertimento era servito!
Ma il massimo delle ingenuità della gioventù di quel periodo, era l’acquisto tramite il settimanale di fumetti “L’Intrepido” del micidiale paio di “Occhiali a Raggi X”. Anche se gli acquirenti non erano tantissimi, anche perché chi lo riceveva poi a casa, doveva fare i conti con la mamma!! Alla quale nulla sfuggiva. E vedersi in casa un figlio fessacchiotto che indossava un paio di occhiali di plastica con le lenti di cartone dove al centro c’era un buco(?!), non passava inosservato.
L’ordinazione di quell’articolo veniva fatto quasi sempre da adulti senza sposati e con genitori anziani che erano inconsapevoli di quell’articolo. Tutti gli altri “rischiavano” se acquistassero articoli del genere. Erano acquisti da fare da parte di adulti “che non avevano niente da perdere”.
Ricordo che un amico mio di strada, nel 1979 comprò questi Occhiali a Raggi X, e ricordo benissimo quando li indossava. Era immobile! Non si muoveva!! Non dava segni di vita nemmeno a pagarlo!! Forse nelle istruzioni di questo oggetto c’era scritto, appunto, che non bisognava muoversi(!?)
E ricordo pure che quando indossava questi occhiali, con la lingua si leccava le labbra!! E allora funzionavano!! Invece no, non funzionavano. Con quel modo di fare e voleva convincerci che funzionassero, per poter dire che non aveva preso una fregatura. E in effetti al centro delle lenti di cartone c’era un buco, lo ricordo benissimo. Sinceramente non li ho mai indossati, forse anche perchè l’amico “occhialuto”, a chi gli chiedeva di poterli indossare, chiedeva 1.000 lire!! E dovevi tenerli al massimo per tre secondi, poi li dovevi restituire al proprietario!!
Per quei pochi che non l’avessero capito, quegli occhiali non servivano per fare delle radiografie, ma per vedere le donne nude, anche se vestite!! E gli uomini come venivano visti tramite quegli occhiali? Sempre vestiti! Non ho mai capito come mai non si potessero vedere anche le fattezze degli uomini!! Erano chiaramente degli occhiali sessisti!!
Quando arrivavano a casa, sul pacco postale c’era in bella vista la scritta: “Occhiali a Raggi X”, all’epoca la legge sulla privacy stava facendo i primi passi. E in poco tempo tutti quelli del quartiere sapevano che avevi comprato quegli occhiali. Ma come è possibile che all’epoca si acquistassero oggetti del genere sapendo che sarebbero state delle fregature??
Ed è qui che ritorniamo a quello che dicevamo all’inizio: l’ingenuità dei tempi! Ci si accontentava di poco, anche se quel poco era falso, qualcosa di poco serio, l’importante era illudersi e di sperare, che oltre la realtà di tutti i giorni, ci fosse anche quella che non si vedeva (come vedere sotto il vestito di una ragazza).
Erano tempi in cui i giornalini la facevano da padrone, con case invase da centinaia di numeri oltre che de “L’Intepido”, c’era “Il Monello”, i fumetti della “Lancio Story”, “Tex”, “Zagor”, “Comandante Mark”, e i fumetti dei supereroi. Senza parlare dei fotoromanzi per le ragazzine. Ci si illudeva in quel modo, immedesimandosi in storie inventate ma bellissime, fatte d’azione, amore, vendette, avventure.
La realtà di oggi è lontana anni luce da quella di alcuni decenni fa. Adesso abbiamo perso la capacità di meravigliarci: tutto ciò che vediamo e facciamo ha un sapore di già visto e fatto. Ed è questa la sciagura maggiore del nostro tempo: non riusciamo più a meravigliarci!! E sarà sempre peggio. Indossare gli Occhiali a raggi X ci dava l’illusione di andare oltre il reale, si sperava che sotto un vestito ci fosse qualcosa di sconosciuto, e se magari venisse visto, forse non ci credevamo nemmeno!!
Adesso anche se avessimo i veri Occhiali a Raggi X, non li indosseremmo: abbiamo visto troppo. E c’è ben poco ancora da esplorare e sapere. “Sapere” lo diciamo in senso molto popolare e poco scientifico. Oggi per “sapere” è sufficiente avvicinare un telefonino agli occhi di un amico e far vedere un filmato, dove magari ci sono due persone che cadono da un’altalena.
E abbiamo saputo anche quello…
Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO