La specie imprevista n. 527: Le mele hanno perso il loro tempo
Ci sono fenomeni mediatici come film, innovazioni sportive o musicali che influiscono sulla società. È come se da quel momento nascesse qualcosa di nuovo, oppure finisse uno stato di fatto che fino a quel momento regnava sovrano.
Nello sport c’è stato l’atleta statunitense Dick Fosbury, che inventò un nuovo modo per superare l’asta del salto in alto saltando “di spalle”. Fino a quel momento gli atleti di quella specialità tentavano di superare l’asticella “di pancia”. E fu una rivoluzione, nonostante il semplice gesto.
Altri momenti che hanno dato una svolta alla società sono stati fenomeni come la nascita del sonoro nel cinema o il primo film a colori. Oppure il computer che ha sostituito le macchine da scrivere, per poi sviluppare altre mille applicazioni. Tutte innovazioni che nel tempo hanno cambiato le nostre vite.
In tal senso si inserisce un film che ha fatto da spartiacque per gli adolescenti, è stato l’ultimo caposaldo per farci ricordare come si potessero conoscere ragazzi/e della stessa età, desiderando come non mai almeno un incontro e lo scambio di qualche parola (arrossendo).
Un film semplice, niente di straordinario né come trama e nemmeno come interpretazione. Ma caratterizzato soprattutto dalla colonna sonora: “Il tempo delle mele” (1980). Adesso lo si può vedere come se fosse un reperto archeologico, più antico dei primi film dei Lumiere e di George Melies.
Quel film “musicale” ha fatto da spartiacque, tra l’altro, su come si poteva ballare fino a qualche decennio fa, e su come socializzavano gli adolescenti fino agli anni Novanta del secolo scorso. È anche un film antropologico: lì si vedono comportamenti sociali finalizzati al raggiungimento della “sopravvivenza della specie umana”, si inizia sempre dal corteggiamento. Ma è anche quello che non esiste più da tempo. Dal tempo delle mele.
Nelle discoteche di una volta i tempi musicali e di ballo erano scanditi da due momenti: i balli veloci e quelli lenti. Adesso esistono i balli “da sentinella”. Ci si muove sule proprie gambe facendo rimanere i piedi piantati sul pavimento. Con “presunti” ballerini in pista “arredati” da un boccale di birra in mano… per ore!!??
Sembra strano, ma il comportamento antropologico è completamente cambiato in queste nuove generazioni: zero contatti. Ma solo guardare e vedere quasi di nascosto l’effetto che fa, senza essersi mossi dal proprio posto per l’intera serata.
In questi posti di ritrovo (si chiamano ancora discoteche??) ci si incontra per assistere, per commentare, per vedere chi riesce a bere di più!!! Altro non è possibile constatare… ci siamo capiti.
Il tempo delle mele è finito: le mele sono state rubate da altre “mele” (tentazioni) inventate dagli uomini negli ultimi decenni. Il walkman è stato sostituito dallo smartphone, la musicassetta da Spotify, i bigliettini messi di nascosto per avere un appuntamento dall’altro/a nel diario della persona desiderata, da snapchat.
Gli “appostamenti” non si fanno più aspettando il “soggetto del desiderio” all’angolo della strada, ma su whatsapp controllando gli ultimi accessi e i flagg, oppure monitorando le foto su facebook.
I contatti che c’erano grazie… alle mele, sono stati sostituiti da altre “mele”. Virtualità e senso del distacco che fanno vivere rapporti troppo distanti agli adolescenti di oggi. Non riesco ad immaginare come saranno le future generazioni: forse i contatti tra adolescenti avverranno per via telepatica. E non è una battuta: i primi esperimenti sono iniziati e i risultati sembrano essere incoraggianti…
Mario Ciro Ciavarella Aurelio