L’Autunno con gli occhi di un bambino
L’Autunno con la sua magnifica girandola di colori, suoni e odori ha permesso ai docenti delle classi seconde dell’Istituto Balilla di intraprendere un viaggio per condurre i bambini in un meraviglioso percorso ricco di emozioni e sensazioni sperimentati in laboratori didattici multidisciplinari. Come avvicinare gli alunni alla stagione più bistrattata tra tutte? Una stagione che mette fine all’estate e apre le porte alla scuola, ai compiti e agli impegni? Come si fa a superare quello che gli americani chiamano back to school blues? Quali potrebbero essere le attività in grado di coinvolgere gli alunni stimolando la loro curiosità, la loro fantasia ed inventiva, cercando la loro partecipazione attiva? Questi sono alcuni degli interrogativi posti dagli insegnanti delle classi seconde e quanto segue sono le risposte a tali domande.
Presso questo grande e storico edificio dove le pareti sanno di ricordi, sorrisi, momenti felici e spensierati di molti di noi, si sono creati dei laboratori didattici multidisciplinari; le aule si sono trasformate in panifici per la lavorazione del pane, in cantine per la spremitura dell’uva, in laboratori di italiano, dove si sono composte rime e filastrocche scritte su libri a forma di ghianda, uva e castagna, testi narrativi e poetici all’interno di libri a forma di foglie e funghi; in laboratori artistici dove sono state utilizzate diverse tecniche come il Frottage, il Foliage, il Puntinismo e dove, con l’utilizzo di materiale di scarto e le sapienti mani dell’insegnante Enza Villani, si è realizzato un albero altezza bambino sul quale sono state poste delle lanterne fatte a mano per illuminare, secondo una antica tradizione dei paesi nordici, il bosco e aiutare così gli animali a trovare la tana per il letargo.
I nostri ospiti sono stati poi condotti in una simbolica campagna dove i piccoli alunni vestiti da contadini hanno raccolto e lavato l’uva, separato gli acini dal raspo e pigiato come da antica tradizione. Con il Mostimetro di Babo hanno poi misurato la percentuale di zucchero presente nel mosto. Il vino è stato offerto in cantina, un’aula attrezzata per l’occasione dove si sono vestiti i panni di oste, camerieri e clienti intenti a giocarsi a carte qualche bicchiere di vino. Come atto finale, con l’adozione di un’area posta nel cortile del Balilla, è avvenuta la piantumazione di tre alberi quali il Noce, il Melograno e il Gelso.
Con questa attività finale si è voluto creare qualcosa di eterno, qualcosa che con il tempo crescerà, si eleverà e renderà ancora più prezioso questo percorso lasciando in noi il ricordo di questa giornata. I sogni non si realizzano da un giorno all’altro ma hanno bisogno di tempo, dedizione e passione per quello che si fa. Se si pensa a quanto tempo impiega un albero per portare i frutti. I sogni sono rappresentati dai semi che ognuno di noi ha seminato nel nostro ieri e continua a fare nel nostro oggi con tutto quello che la vita insegna giorno per giorno. Per raccogliere dei buoni frutti bisogna saper attendere con pazienza, con costanza, parsimonia e fiducia perché quello che speriamo di trovare è il frutto di ciò che doniamo.
I ringraziamenti al Dirigente Scolastico Prof. Antonio Tosco, all’immancabile presenza e partecipazione del Prof. Giuseppe Soccio, al ristorante-pizzeria “Pane e Pomodoro” sponsor per il ripristino del terreno attiguo alla scuola adottato dalle classi seconde, alla Protezione Civile S.M.27 per il lavoro e l’assiduo sostegno ai nostri eventi; agli alunni sempre pronti a cimentarsi in nuove avventure e ai loro genitori sostenitori economici e morali. Come ultimi ma non ultimi, gli insegnanti delle seconde, vecchie leve del Balilla, sempre pronti ad insegnare l’arte di ciò che si è appreso durante la loro preziosa esperienza.
La natura con il suo mutarsi ci insegna a vivere il cambiamento, ci insegna che tutto si trasforma e che la bellezza non va mai perduta ma si evolve. Alleniamoci a vincere la paura del cambiamento per poter trasmettere fiducia nel futuro anche ai bambini. Lo scopo della festa era far capire agli alunni che la parsimonia e la dedizione quotidiana sconfiggono l’atmosfera solitaria dell’autunno e che dopo l’oscurità torna sempre rigoglioso il sole di primavera.
Non sempre è possibile vivere una trasformazione in maniera serena. Per questo occorre allenarsi a cambiare prospettiva.
Ins. Donatella TANCREDI