Dalla Regione arriva il Reddito di cittadinanza 3.0
Con l’approvazione e l’attivazione da aprile del Reddito di cittadinanza, la misura contro la povertà introdotta due anni fa dalla giunta Emiliano dovrà per la seconda volta cambiare pelle per poter convivere con il provvedimento targato Movimento 5 Stelle.
Il Red, quindi, non sparirà, cambieranno solo i criteri e andrà ad integrarsi con il Reddito di cittadinanza: in sostanza, il Red – come già accaduto con l’avvio del Rei dell’Esecutivo Gentiloni – andrà a coprire e garantire quella fascia di popolazione che non potrà ottenere la misura introdotta dal governo giallo-verde. Con l’arrivo del reddito di cittadinanza, a sparire, invece, sarà proprio il Rei, ma non per chi già lo percepisce e continuerà a beneficiarne per tutta la durata prevista per il vecchio sussidio. Da marzo, si legge nel decreto, il Rei “non può essere più richiesto e dal successivo mese di aprile non è più riconosciuto”. Ma a chi se lo sia stato visto riconosciuto prima di aprile, “il beneficio continua ad essere erogato per la durata inizialmente prevista, fatta salva la possibilità di presentare domanda per il Rdc”.
Il reddito di dignità, attualmente, copre una platea variegata: è destinato, ad esempio, alle famiglie con Isee sotto i 6mila euro e che hanno una componente reddituale superiore a 3mila euro. Anche per coloro che hanno un Isee superiore ai 6mila euro sono stati individuati dei criteri che permettono di partecipare al Reddito di dignità: ad esempio, è il caso delle famiglie numerose, cioè con almeno 3 figli minori. Possono accedere anche particolari categorie, ritenute “fragili”: i genitori separati senza casa e senza lavoro, persone con disabilità inserite in percorsi “dopo di noi” con Isee uguale o inferiore a 25mila euro, donne vittime di violenza con o senza figli, nuclei familiari con un congiunto che necessita di prestazioni di assistenza familiare (lavoro di comunità) per un periodo di ricovero ospedaliero o riabilitativo.
Ma quante famiglie pugliesi hanno aiutato il Rei e il Red? Le domande di accesso presentate per la misura nazionale al 31 ottobre scorso, ultima rilevazione, sono state 61.320 di cui quasi 40.000 nel solo primo semestre del 2018. “Considerando una popolazione residente regionale pari a 4.077.166 (Istat 2016), è possibile desumere come abbiano presentato domanda 15 residenti su 1.000”, si legge nel report. Delle 61mila domande, 28.800 sono state ammesse (47%): circa 80mila le persone interessate complessivamente.
Vediamo ora i dati relativi al Red 2.0, cioè il reddito di dignità mutato dopo l’attivazione del Rei. Infatti, come detto, nel 2018 la domanda di accesso dei cittadini alle due misure di contrasto alla povertà disponibili è stata diversificata, così come pure la platea di riferimento, in modo tale da articolare un ventaglio di opzioni disponibili fra loro collegate per raggiungere un maggior numero di destinatari. Al 31 ottobre 2018, sono state presentate 9.837 domande per ottenere il Red, di cui circa 6.500 nel primo semestre del 2018 (2,4 residenti su 1.000). Le domande ammesse sono state 1.900 (19,3%). (borderline24)