Lo Stato non dimentica i fratelli Luciani
Venerdì scorso il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle di San Marco in Lamis ha accompagnato la delegazione della Commissione Antimafia dalla famiglia Luciani, colpita negli affetti più cari per mano della mafia garganica. La delegazione era composta da Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, Marco Pellegrini, Paolo Lattanzio, Luigi Vitali e Teresa Bellanova.
Prima di recarsi in Prefettura, la delegazione, su iniziativa del Senatore Marco Pellegrini, ha incontrato il sig. Antonio, papà di Luigi e Aurelio, le mogli Arcangela e Marianna ed il fratello Vincenzo.
Nicola Morra, oltre ad esprimere sentimenti di vicinanza e solidarietà alla famiglia, ha messo in risalto che lo Stato non dimentica la tragica scomparsa di Luigi e Aurelio, ma soprattutto ha sottolineato la necessità di sentire la richiesta dei familiari: “Siamo qui per sentire la vostra voce e le vostre richieste”.
I commissari, commossi, hanno ascoltato le parole dei familiari che, con grande orgoglio, hanno raccontato la vita di Luigi e Aurelio, lavoratori, mariti e genitori esemplari, che la malavita ha distrutto per sempre.
La famiglia ha ringraziato la delegazione per la visita, esortando a continuare l’azione di contrasto alla mafia, che priva e condiziona la libertà dei cittadini, nonché promuovere nelle scuole la cultura della legalità.
La delegazione, insieme ai familiari ed al Sindaco di San Marco, si è poi recata a piedi presso la sede del Comune per una breve visita, ma soprattutto ha visitato il luogo dell’attentato, dove i familiari con commozione, davanti alla Stele in ricordo dei fratelli Luciani, hanno indicato la vicina azienda agricola di famiglia ed il luogo dell’efferato attentato che ha strappato la vita a due innocenti lavoratori.
Il presidente Morra ha promesso che tornerà a San Marco in Lamis per ricordare Luigi e Aurelio.
Su Facebook ha poi scritto: ” Ho cominciato la mia visita nella provincia di Foggia portando il mio saluto ai genitori ed alle vedove dei fratelli Luciani e alle loro famiglie, uccisi barbaramente in una faida della mafia foggiana solo perché testimoni involontari scomodi.
Non erano nel posto sbagliato al momento sbagliato, erano uomini e padri di famiglia che andavano a lavorare per portare il pane a casa.
Parlare con i familiari mi ha fatto comprendere ancora di più il concetto di dignità e coraggio inteso da persone che lavorando non possono e debbono rischiare, famiglie che dovranno essere aiutate dalla comunità e dallo Stato”.