Parco del Gargano, cani da pastore a difesa delle greggi
Al via l’esperimento con la consegna dei primi 4 cuccioli a due aziende zootecniche. Costanzucci: “Si mira ad incentivare la convivenza tra il lupo e le attività degli allevatori”. In totale saranno assegnati 12 cuccioli di pastore abruzzese
Al via l’esperimento targato “Parco Nazionale del Gargano” di utilizzo di cani da pastore abruzzese a difesa delle greggi dagli attacchi da lupo (fenomeno purtroppo in ascesa sul Gargano). Ieri sono stati assegnati e consegnati i primi 4 cuccioli (dei 12 reclutati) a due allevatori, tra i più colpiti dagli attacchi predatori: tre a San Giovanni Rotondo (azienda Mario Savino, località Castellere) ed uno a Carpino (azienda Francesco Finizio, località Monte Vernone-Vadovara). Presenti in rappresentanza dell’ente, il vicepresidente Claudio Costanzucci, la direttrice facente funzioni Carmela Strizzi ed Antonio Urbano della tecnostruttura: “E’ una iniziativa finalizzata ad aiutare gli allevatori colpiti da danni per fauna selvatica e rientra nello scopo istituzionale dell’ente volto alla conservazione e tutela della fauna selvatica presente all’interno dell’area protetta. Come? Mediante l’incentivazione – ha spiegato Claudio Costanzucci che guida l’area protetta insieme all’assessore Pasquale Coccia – di una giusta convivenza tra il lupo e le attività zootecniche presenti nel territorio del Parco”.
Va premesso che l’esperimento avviato ieri dal Parco Nazionale del Gargano, si inserisce nel solco già aperto tempo addietro – con successo – nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Nell’ottobre 2017 sull’altopiano di Campo Imperatore, in provincia de L’Aquila, l’ente Parco Nazionale del Gargano organizzò una apposita giornata dimostrativa, cui parteciparono una cinquantina di allevatori del Gargano, i quali, al termine, si dissero favorevoli ad utilizzare anche nelle loro aziende i cani pastore abruzzese per la difesa degli ovini dagli attacchi da lupo. Fu il viatico alla successiva decisione di riproporre il modello abruzzese (con qualche adattamento alle caratteristiche degli allevamenti garganici) anche nell’area protetta garganica.
A tale scopo fu commissionato alla veterinaria Franca Adriani il reperimento di 12 cuccioli, già sverminati, vaccinati e con microchip identificativo (come da normativa vigente). Per coprire il costo dell’intera operazione, il Parco stanziò fondi per 5mila euro, comprendenti anche le spese relative alla consulenza per l’inserimento e al trasporto dei cuccioli. Mentre per l’indennizzo dei danni da fauna selvatica sono stati 200 mila euro i fondi stanziati.
Dopo l’assegnazione ieri dei primi 4 cuccioli alle due aziende zootecniche di San Giovanni Rotondo e Carpino, la fase di completamento dell’assegnazione dei restanti otto cuccioli riprenderà successivamente e coinvolgerà allevatori e aziende di Monte Sant’Angelo e Vieste, territori tra i più colpiti dagli attacchi di fauna selvatica.
Francesco Trotta