Parco del Gargano: via al nuovo bando per il direttore dopo lo stop del ministero

Al termine di una seduta “infuocata”, il consiglio direttivo dell’ente Parco nazionale del Gargano ha riavviato l’iter – licenziando un nuovo avviso pubblico – volto ad individuare la nuova terna di aspiranti direttori, dopo lo stop imposto dall’attività di vigilanza del ministero dell’Ambiente di qualche settimana fa che annullò le due delibere per vizi in merito alla procedura osservata.

La terna allora varata comprendeva, come si ricorderà, i nomi di Maria Villani, Carmela Strizzi e Lorenzo Gaudiano. Il licenziamento dell’accapo (era il numero sei, l’ultimo all’ordine del giorno) ha “chiuso” una seduta oltremodo “pesante”, contraddistinta da continui ed aspri battibecchi tra le due fazioni, ormai in lotta: da una parte i due componenti “esterni” (Marco Lion e Massimo Monteleone, assente invece Francesco Riga) e dall’altra i sindaci dell’area protetta (Michele Merla, San Marco in Lamis; Michele Sementino, Vico del Gargano; Claudio Costanzucci, che riveste la carica di vicepresidente dell’ente, Cagnano Varano; Luigi Di Fiore, Rignano Garganico e Pasquale Coccia, assessore, di nomina ministeriale).

Battibecchi -e a tratti veri e propri scontri- che hanno fotografato in misura evidente la profonda frattura ormai esistente tra le due fazioni. Si è in sostanza al muro contro muro. Spaccatura difficilmente sanabile. Almeno nel breve. A pagare dazio in questi casi – si sa- è il principio della condivisione, della collegialità. Inevitabile quindi l’entrata in campo –oggettivo si direbbe- della logica dei numeri (vedi colpi di maggioranza). Che in democrazia – è noto- ha una sua implacabile dinamica, poiché incide –e pesantemente – sulle decisioni da prendere. E così, evasi i primi cinque accapi in un clima di altalenante condivisione (piano triennale opere pubbliche; bilancio di previsione; piano triennale per la prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019-2021; direttiva biodiversità e mezzi dell’ente ai vigili del fuoco) la tensione è tornata a salire alle stelle sull’accapo numero 6 – quello appunto sul bando del direttore- licenziato con 5 voti a favore (Merla, Sementino, Costanzucci, Coccia e Di Fiore) e due contrari (Lion e Monteleone).

A quest’ultimi il nuovo bando non garba perché -a parer loro- mancherebbe, rispetto al precedente, la procedura selettiva di natura comparativa. Invece il nuovo iter prevede la scelta di una rosa di tre nomi tra le istanze pervenute – da parte del consiglio direttivo- da sottoporre al Ministero dell’Ambiente per la successiva nomina. A tal proposito è stato fatto rilevare che siccome chi è iscritto all’albo dei direttori del Ministero ha già superato una prova concorsuale per accedervi, la fase di accertamento del merito sarebbe così in pratica già stata evasa. E che l’invio dei curriculum in sostanza servirebbe – all’ente che vara il bando, in questo caso il Parco del Gargano- ad acquisire “solo” la disponibilità dei soggetti interessati a ricoprire eventualmente l’incarico. Trasparenza massima quindi hanno assicurato i sindaci. Tanto che dinanzi alle reiterate perplessità del duo Lion-Monteleone, hanno anche aggiunto – a mo’ di garanzia- che il nuovo bando ricalca in toto quelli già approvati dal Ministero nel 2018 per tre Parchi nazionali (Arcipelago Toscano, Gran Sasso e Monti della Laga e Cilento, i quali hanno concluso felicemente l’iter con la nomina del direttore). Per la serie: impossibile che Roma possa bocciarlo stavolta.

Tra lo sparuto pubblico in sala, presente anche la rappresentante pentastellata Rosa Barone, la quale si è detta “preoccupata per il venir meno del metodo comparativo che lascia in mano agli amministratori un elevato potere di discrezionalità”.

Francesco Trotta
sangiovannipress.it

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