San Giovanni Rotondo, Costanzo Cascavilla saluta la città «a metà dell’opera»

Cittadini sangiovannesi,

come ampiamente anticipato dalla stampa, l’esperienza amministrativa è stata fermata dal deposito delle firme di alcuni consiglieri comunali, di minoranza e di chi era parte della maggioranza, che hanno deciso di concludere anticipatamente la consiliatura.

È stato un gesto che non voglio commentare, soprattutto perché risponde a logiche di vecchia politica, quando le decisioni venivano prese nelle stanze dei bottoni, senza tenere in considerazione la volontà popolare. Evidentemente qualcuno aveva nostalgia di una politica dei tavoli, dei perenni confronti, delle manfrine per strappare qualche posto al sole o condizionare l’attività amministrativa.

Da parte mia, e lo evidenzio anche a nome della giunta e dei consiglieri comunali che si sono dimostrati fedeli al patto sottoscritto con gli elettori, pur non nascondendo difficoltà e incomprensioni, abbiamo fatto del nostro meglio per portare avanti una idea di sviluppo della città. Lo abbiamo fatto, non senza errori, ma sempre in buona fede e convinti di operare nell’interesse esclusivo dei sangiovannesi.

Abbiamo conseguito risultati importanti, molti non visibili, ma che permetteranno alla prossima amministrazione comunale di trovare una eredità importante in termini di opere avviate e di finanziamenti ottenuti.

Lasciatemelo dire: siamo stati bravi in questo senso e abbiamo fatto molte meglio di ogni precedente esperienza amministrativa. Per questo mi è difficile spiegarvi le ragioni di questa fine anticipata dell’amministrazione comunale. Forse faranno meglio di me, chi ha messo una firma per stopparci e catapultare il paese in una ennesima campagna elettorale che servirà solo a qualcuno per animare piazze ed evitarsi ulteriori responsabilità di governo della città. Perché, cari sangiovannesi, è facile fare i ‘pasionari’ della politica, credendo di essere dei leoni mettendo una firma sotto un documento di dimissioni. Il vero coraggio sta nell’affrontare quotidianamente le difficoltà amministrative, confrontarsi con i problemi e cercare soluzioni, non sempre facili da trovare, specie in una realtà complessa come quella sangiovannese.

Qualcuno, un tempo convinto sostenitore di questa esperienza amministrativa, ha deciso di staccare la spina. Può succedere in politica che si cambi idea. È meno spiegabile la modalità, anche questa segno della mancata capacità di confrontarsi con la realtà dei fatti. Perché il ruggito del coniglio è arrivato dopo le mie dimissioni, che erano un modo significativo di aprire un confronto serio e programmatico. Le mie dimissioni erano un atto offerto, prima di tutto alla città, e poi alla coalizione che mi aveva voluto candidato sindaco, eletto nel 2016. Non avevano altro scopo che suscitare una più franca e costruttiva analisi delle ragioni dello stare insieme.

Qualcuno non ha voluto intendere ragioni e ha preferito le scorciatoie, quelle facili da percorrere quando non si vogliono assumere responsabilità.

È proprio vero: la migliore difesa è la fuga. È riportare tutto alla casella zero, sperando di ottenere vantaggi, non sempre compatibili con i reali interessi della città.

Mi spiace, cari sangiovannesi, dovervi salutare a metà dell’opera. Avevamo molto cose in cantiere, che avremmo sicuramente portato a termine, anche grazie alla collaborazione della giunta e degli uffici comunali. Ci hanno fermato, ma non potranno mai fermare l’amore verso questa splendida città, che merita maggiore rispetto e considerazione, a cominciare da chi tornerà a chiedervi il voto, sapendo che saranno pronti a scappare alle prime difficoltà.

Un caro abbraccio a tutti voi.

Costanzo

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