San Marco in Lamis, UDC: «Un medico e un paramedico per l’autonomia? Si, con la coppia di altri due conservatori e riformisti!»
Sembrava il solito faccione elettorale che annunciava chissà quale cambiamento per San Marco con l’invito di tornare a votare. E invece era l’annuncio, su sfondo vuoto e uniforme, del nuovo ruolo avuto dal medico di famiglia per l’(in)sperato exploit leghista nel nostro vallone.
E’ quanto si legge stamane in una nota diffusa dalla locale sezione dell’UdC che continua.
Le caratteristiche del colpo di scena ci sono tutte: il commissario è ritratto come l’Alberto da Giussano, il suo sorriso è eternamente enigmatico, le sue prospettive saranno sorprendentemente a scomparsa.
Prima domanda: il Commissario leghista del nostro vallone è autorizzato a compiere il rito dell’ampolla nel canalone?
Seconda domanda: ma l’approccio costruttivo (?) del mitico imprenditore quanto potrà ancor celare l’abbraccio padano del paramedico Ianzano?
Terza domanda: potrà mai essere questi il paladino delle autonomie leghiste quando contemporaneamente sussulta alle dinamiche piddine del governo locale?
Tutto è possibile: a San Marco mi gusta la merla, a Foggia mi randa la perla!
Ma sarà sempre Carnevale?
Certamente no. Infatti la maschera prima o poi va tolta, ed è già capitato che inavvertitamente è caduta ed è stato scoperto in quel di Foggia a lesinare non si sa se quota 100, chiusura porti o l’acquisto di ruspe.
Nel nostro caso non vale il refrain “Prima gli Italiani”, ma c’azzecca il… “li santmarchis vonn capì”.
Vedrete che subito arriveranno le avventurose smentite, tanto …una frottola in più o una in meno cosa gli cambia nella vita: in questa valle potrà ancora mandare baci al volo perché il contratto piddino prevede questo, nel capoluogo invece da par suo farà alta politica sovranista antieuropeista.
E allora il piddì? Avranno modo di dire il giovane Alessio Villani e la quota rosa Grazia Mossuto, i quali, stando bene a destra (Fitto+Meloni?), bilanciano la troppa sinistra della locale amministrazione di cui sono parte integrante.
Così adesso è ben chiaro che nessuno potrà mai parlar male di nessuno, perché ognuno fa parte di qualcuno.
Anzi no, manca ancora qualcosa per rendere ancora più variopinta la cosa.