Cercare volti e voci che non si vedono e non si sentono da ore, è una delle esperienze che ti uccidono anche senza morire. Capire da subito che le anime sono ormai in un’altra dimensione, è un pensiero che ti uccide senza morire. Vedere intorno un deserto di onde che coprono altre barche, che vivono senza una meta poichè ancora non nata, è sentire che il mondo rimasto è ormai troppo, per non perdersi nella ricerca di gente che ti vuole bene, ma che ormai vive nel fondo di un oceano che tutto volle, ma non quello di uccidere. A uccidere è stato dio.
Il “Carpathia”, il transatlantico britannico che salvò 705 superstiti del “Titanic” (nella foto) dopo aver percorso una pericolosa rotta attraverso i campi di ghiaccio, alle ore 4:00 del 15 aprile, un’ora e mezzo dopo il naufragio della nave che “nemmeno dio poteva affondare”.
Salirono su una nave che li portò verso nuove vite da vivere, lontani dai ricordi che nulla aggiungono ad esistenze che verranno. La notizia del naufragio cancellò la presenza di dio sulle acque in pochi istanti: dio viveva solo per la gente di terra. La notte non potè far capire dove il mondo avesse deciso di destinarli. Solo le stelle davano segni visibili di un dio che fece nascere Adamo sulla terra, e non sulle acque
Le genti rimaste coperte, da quel poco che potevano permettersi di buttarsi sulle spalle, credettero nell’esistenza di un’entità superiore che era facilmente riconoscibile nel dio biblico: iroso, geloso, poco misericordioso, potente, invidioso, e tutto ciò che nulla potesse renderlo diverso da un uomo di questa terra.
Quella notte dio scese e affondò il suo dito nel mare. E lo fece ruotare. Lo avvicinò a quella nave piena di orgoglio e poco rispetto. Non furono le lingue ad essere confuse, ma le acque. Che girarono intorno a quelle lamiere che contenevano il frutto di discendenze antiche. La confusione di quella notte non viene ancora dimenticata, poichè tutto doveva essere messo nel sonno dei viventi. Per ricordare che le torri che sfidano la mente di dio, possono essere abbattute anche sui mari. Lì dove la vita nacque. E lì dove spesso finisce. Dopo aver girato su navi che cercano dove finisce il mondo.
Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO