Già il fatto che il nostro cervello non “segua” la logica della posizione del lato destro e di quello sinistro, la dice lunga sulla nostra creatività e del nostro modo di vedere la realtà. I due emisferi cerebrali sono simmetrici ma non uguali. Inoltre, abbiamo un cervello che non è poi così “normale” nella forma: una delle due parti è un po’ più grande. Le simmetrie riguardano, ad esempio, il controllo dei movimenti delle due metà del corpo: i muscoli della metà sinistra sono controllati dalla corteccia motoria dell’emisfero destro, quelli della metà destra dall’emisfero sinistro.
Anche i messaggi sensoriali (tatto, udito) vengono decodificati dall’emisfero opposto rispetto alla metà del corpo da cui provengono. In pratica siamo fatti “male”. Il nostro organo che governa la nostra vita funziona “al contrario”. E siccome agiamo di conseguenza, non sempre con logica e lucidità; a volte, l’uomo riesce ad andare oltre la propria pazzia e fa nascere dei capolavori, in tutti i campi artistici.
Uno dei capolavori che l’uomo ha creato è senza dubbio l’album “The dark side of the moon” (Il lato oscuro della Luna), forse il più bell’album di tutti i tempi. Lasciate perdere i Beatles e “Obladì e Obladà varie…”, che con 10 canzoni decenti stanno rompendo i c… da 50 anni, e ascoltate se ancora non l’avete fatto, questo album dei Pink Floyd.
Che proprio oggi, primo Marzo, festeggia i suoi primi 46 anni di vita. Diciamo subito alcuni numeri, così ce li togliamo dai piedi: l’album ha venduto finora 45 milioni di copie ed è stato in classifica ininterrottamente per 900 settimane in Usa e Inghilterra.
Il tempo, la morte, il denaro, l’incomunicabilità, la pazzia: questi i temi trattati in “The dark side of the moon”. Gli anni ’70, quelli per antonomasia di un cambiamento radicale della società, con le sue utopie e illusioni. Portavano quella generazione a scrutare dentro di sé: l’unico viaggio decisivo da intraprendere era all’interno di noi stessi, senza trascurare i coni d’ombra, la “faccia oscura della luna”, l’emisfero cerebrale che non comunicava con la sua parte di appartenenza: la destra con la sinistra e la sinistra con la destra.
Il lato oscuro della luna è il lato oscuro di noi stessi, che nessuno potrà mai spiegarci, ma solo avvicinarsi, per cercare di capire i tanti perché delle nostre esistenze. Il disco si chiude con le parole di Gerry O’Driscoll, il portiere dei leggendari studi di Abbey Road: “Non c’è un lato oscuro della luna, tutto è oscuro”. I testi delle canzoni di questo album, sono stati scritti da Roger Waters, tutti incentrati sul tema filosofico degli aspetti che sfuggono al controllo razionale dell’essere umano, costituendone il “lato oscuro”, cui il titolo metaforicamente fa riferimento.
In molti brani vennero usati sintetizzatori analogici e rumori di ambiente, mixati da Alan Parsons. L’Arte è caratterizzata da sempre dal nostro lato oscuro: dalla non logica, nel non sapere chi siamo, andare controcorrente, non seguire il gregge e inventare qualcosa di nuovo.
Di situazioni del genere, l’Arte è piena. Il pittore spagnolo, Francisco Goya era affetto da encefalopatia, dipinse tra l’altro, “Saturno che divora i suoi figli”. Opera dipinta con inedita crudezza, con la quale vuole assumere probabilmente un significato politico: simboleggiare il tiranno che divora i suoi sudditi, un´allusione dell’artista. Goya dipinse la figura mostruosa di Saturno con toni grigiastri e ocra, sul corpo dilaniato del figlio spicca il rosso del sangue; la scena raccapricciante è intrisa di un’atmosfera allucinata.
La depressione che afflisse Michelangelo fu di origine psichica. Nel dipingere il volto di San Bartolomeo, mentre mostra al Giudice il coltello, l’artista riportò nelle pieghe della pelle del martirio un dolorante autoritratto. Qui, il sistema percettivo, emotivo ed espressivo di Michelangelo ha alterato la sua realtà, vedendosi come anima sofferente, e messosi in un angolo, nel “Giudizio Universale”.
L’artista, forse più allucinato di tutti è il pittore norvegese Edvard Munch, l’autore del famoso “L’urlo”. Il pittore era affetto da una sindrome schizzoide. Così descrive il suo capolavoro. “Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto dei fiordi. Ero stanco e malato. Mi fermai e guardai al di là del fiordo -il sole stava tramontando- le nuvole erano tinte di rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo. Dipinsi questo quadro, dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando”. Il contenuto dell’opera raffigura un uomo che si rifiuta di sentire il suo stesso urlo di dolore: otturandosi le orecchie!!
Pink Floyd, Francisco Goya, Michelangelo, Edvard Munch e tanti altri artisti, sono andati oltre il loro modo di vedere la realtà. Ciò che vediamo lo facciamo con i nostri sensi, i nostri. E non con quelli degli altri. Le realtà sono tante, così tante, quanti siamo noi!! Così pure i lati oscuri, tanti…
Mario Ciro Ciavarella Aurelio