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Mattinata, presunti condizionamenti mafiosi: fissata l’udienza per discutere la incandidabilità di 4 ex amministratori

19 marzo 2019, fissata al Tribunale di Foggia l’udienza per discutere la incandidabilità chiesta dal Viminale per 4 ex amministratori del Consiglio Comunale sciolto per mafia nel marzo 2018. Nel mirino l’ex sindaco Michele Prencipe, i due ex assessori Angelo Perna (già vicesindaco) e Pasquale Arena e l’ex consigliere comunale Angelo Totaro. Dal 20 marzo 2018 a Palazzo di Città opera una troika prefettizia.

Ironia della sorte: ad un anno esatto dall’insediamento della troika prefettizia (20 marzo 2018) in seguito allo scioglimento dell’assise mattinatese -per presunti condizionamenti della criminalità organizzata deciso dal Governo Gentiloni (ministro Interno Minniti) – sbarcherà in un’aula del Tribunale di Foggia martedì 19 marzo 2019 la richiesta di incandidabilità avanzata dal Viminale per l’ex sindaco Michele Prencipe, per i due ex assessori Angelo Perna (ex vice sindaco) e Pasquale Arena e per l’ex consigliere comunale Angelo Totaro del disciolto consiglio comunale di Mattinata per accertate forme di condizionamenti della criminalità organizzata.

E’ una proposta che di solito il Ministero competente avanza al Tribunale civile per quegli amministratori, le cui condotte hanno causato (nell’ottica ministeriale) lo scioglimento del consiglio comunale. La incandidabilità è limitata ad un solo turno elettorale (quello immediatamente successivo allo scioglimento) ed abbraccia le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali. Per i quattro ex amministratori del Comune di Mattinata la proposta risale allo scorso 12 aprile 2018 quando fu trasmessa a Foggia. Ai diretti interessati è stata però notificata – dal Tribunale dauno – “solo” lo scorso 4 febbraio, dopo quasi dieci mesi, svelando così il “giallo” che imperava dal lontano marzo 2018, quando si diffuse l’interrogativo circa il perché il decreto presidenziale di scioglimento dell’assise per mafia a Mattinata non fosse accompagnato, come avviene di solito, dalle relative proposte di incandidabilità.

La notifica è stata inoltrata ai quattro diretti interessati perché la prima sezione civile del Tribunale di Foggia ha fissato l’udienza al prossimo 19 marzo (festa di San Giuseppe) per la comparizione delle parti. La incandidabilità va stabilita, secondo la normativa, da un pronunciamento del Tribunale. Va inoltre aggiunto che per lo scioglimento del consiglio comunale di Mattinata è stato avviato anche l’iter della giustizia amministrativa. Infatti il Tar Lazio – l’udienza dovrebbe tenersi a Roma nella prima settimana di maggio – si occuperà del ricorso avanzato da cinque ex amministratori (Michele Prencipe, Angelo Perna, Pasquale Arena, Lino Armiento e Michele Piemontese) tra circa due mesi.

C’è un precedente sul versante incandidabilità e riguarda lo scioglimento dell’assise del Comune di Monte Sant’Angelo di luglio 2015. All’epoca la proposta di stop riguardò ben tre ex amministratori: l’ex sindaco Tonino Di Iasio e i due Totaro, Damiano e Vincenzo. Datate 7 agosto 2015, furono notificate ai diretti interessati due mesi dopo, ad ottobre. Le sentenze (giustizia civile) furono di segno opposto: il Tribunale dauno rigettò la proposta ministeriale (dando ragione ai tre che si opponevano), mentre la Corte d’Appello di Bari l’accolse. Idem la Cassazione. Nei tre gradi di giudizio due a uno per lo Stato.

A Mattinata lo scioglimento dell’assise per mafia – prima volta nella giovane storia del Comune, la cui autonomia risale al 4 agosto 1955 – ha osservato il consueto iter: dopo tre anni di consiliatura – nel maggio 2017 – si è insediata a Palazzo Barretta, sede municipale, su iniziativa del prefetto di Foggia, Maria Tirone, una commissione d’accesso agli atti (viceprefetto Daniela Lupo, tenente colonnello dei Carabinieri Pierpaolo Mason e capitano della Guardia di Finanza Francesco Salanitro). Lavorò da maggio a novembre 2017: sei mesi. A gennaio 2018 stilò una relazione al Prefetto di Foggia. Massimo Mariani -nel frattempo subentrato alla Tirone- sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza integrato dal procuratore della Repubblica e dal procuratore distrettuale antimafia, inoltrò al Ministero dell’Interno la proposta di scioglimento dell’assise mattinatese.

Proposta (ministro Minniti) accolta dal Consiglio dei ministri (governo Gentiloni) nella seduta del 16 marzo 2018. Il DPR è del 20 marzo. Da allora in Comune regna – 18 mesi la durata dell’incarico – una troika prefettizia: Giuseppe Canale (viceprefetto), Antonietta Lonigro (viceprefetto) e Antonio Scozzese (dirigente di II fascia area I). Le motivazioni sono state rese note il 5 aprile 2018: 28 pagine piene di omissis, nelle quali si legge di “ingerenze della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale”.

Da marzo 2018 il territorio di Mattinata è interessato da numerosi interventi delle forze dell’ordine tesi a ripristinare – nell’ottica dello Stato- la legalità. Una nota della Questura di Foggia a settembre 2018 spiegava che “si è infatti ritenuto, in perfetta sinergia con le Forze dell’ordine, di avvalersi del quadro info-investigativo emerso in seguito all’accesso, per far sì che lo scioglimento del consiglio comunale di Mattinata non si esaurisse nella mera sostituzione degli organi di governo elettivi con una commissione straordinaria di nomina governativa”.

Francesco TROTTA

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