Domenica 17 marzo alle ore 12,00 era in programma il termine ultimo per la presentazione delle candidature alle primarie (che si terranno il 31 marzo 2019) per la scelta del candidato sindaco del raggruppamento formato da Udc, Forza Italia, Lega, Direzione Italia, Fratelli d’Italia e Idea.
Si sono presentati in quattro: Nunzia Canistro (Direzione Italia), Mauro Cappucci (Lega), Mimmo Longo (FI) e Giuseppe Mangiacotti (Udc). Un poker di nomi per un solo posto a disposizione. Due le annotazioni – da evidenziare in premessa- degne di nota. La prima: la Lega non le voleva le primarie (a differenza di Forza Italia), ma alla fine ha dovuto cedere. La seconda: i quattro proponenti sono tutti esponenti che sedevano nei banchi della risicata maggioranza uscente – chi da semplice consigliere, chi da vicesindaco, chi da assessore, chi da presidente del consiglio comunale – mandata a casa la sera di San Valentino (14 febbraio) a causa delle dimissioni collettive di ben nove esponenti che hanno interrotto prematuramente la consiliatura, scattata nel 2016. Tutti membri dell’amministrazione (definita insalata in quanto composta da pezzi del centrodestra e pezzi del centro sinistra) targata Cascavilla, il cui operato, è opinione diffusa, non pare abbia lasciato – dopo tre anni- ricordi entusiasmanti, anzi, nell’elettorato locale. Ma tant’è…
Da segnalare infine anche un altro particolare, non di poco conto. Quale? A causa di imperscrutabili dinamiche politiche (soprattutto il ping pong tra chi non voleva le primarie e chi sì) l’Udc, ritrovatasi politicamente isolata dopo la defenestrazione del sindaco di un mese fa, oggi – complice la diaspora appunto sulle primarie (ha detto sì) tra le varie componenti dello schieramento in costruzione – è di nuovo al centro dei giochi e addirittura in pole position, in virtù dei favori del pronostico del proprio candidato (Mangiacotti).
Insomma per farla breve, intorno all’ok alle primarie, si è costituito un assembramento che se inizialmente voleva essere solo di centrodestra, alla fine è risultata essere la riedizione (riveduta e corretta) della vecchia amministrazione Cascavilla, appena cacciata da Palazzo di Città. Agli elettori di San Giovanni Rotondo il compito di fare chiarezza.
Da lunedì scorso a San Giovanni Rotondo è scattata (durerà fino al 31 marzo) la mini campagna elettorale delle primarie, preludio a quella vera di maggio, che dovrà stabilire il candidato sindaco del composito raggruppamento.
Sugli altri versanti politici, si è in invece in attesa delle mosse del Movimento 5 Stelle e del raggruppamento dei nove che sfiduciarono l’amministrazione Cascavilla, la quale annovera esponenti come Antonio Pio Cappucci, Matteo Masciale del Pd, Nardino Maruzzi, lo sfidante tre anni fa di Cascavilla e Luigi Pompilio, l’ex sindaco, che si ritrova, suo malgrado, dopo l’ennesima caduta anticipata del primo cittadino, ad essere tra i pochi sindaci a concludere una consiliatura naturale (ovvero di 5 anni) a San Giovanni Rotondo. “Rischia” di essere un record…
Francesco Trotta