Lo penso spesso. Ma come è possibile pensare di rendere felice una persona (ma anche due, tre) regalandole milioni di euro, o miliardi di lire in passato; e stare con la coscienza a posto? Veramente qualcuno pensa che far vincere somme esagerate al prossimo, possa renderlo felice??
La colpa non è del vincitore, ma di chi “organizza” la vincita. Attualmente ci sono montepremi di lotterie e derivati che possono far vincere anche qualcosa come 90 milioni di euro!! (180 miliardi di lire!!) E cosa fa chi vince una cifra del genere? Prima di tutto impazzisce!! E questo è sicuro. E state certi che prima o poi, più prima che poi, si saprà chi ha vinto cifre straordinarie in lotterie e giochi simili.
Ma allora, cosa passa nella mente (contorta) degli “specialisti-matematici” che studiano questi giochi prima di metterli in commercio, che hanno ormai invaso non solo le edicole, ma anche altri punti vendita? E chi lo sa!! Secondo me non lo sanno nemmeno loro: la mente è un oggetto ancora da scoprire.
Cifre che, secondo gli esperti del settore “lotterie-felicità”, miglioreranno la vita del prossimo. Ma non è così! Si rovinano, invece, le vite di quelli che si ritrovano da un momento all’altro, seppelliti da milioni di euro, in attesa che amici e parenti veri e presunti (ma anche delinquenti), si presentino davanti le loro porte.
Come la storia assurda di Rosina Bazzoni (sulla copertina della “Domenica del Corriere”; al centro, circondata da Coppi, Bartali, Magni a Rimini al termine di una tappa del Giro d’Italia 1951). Aveva 31 anni nel 1951, quando vinse al Totocalcio oltre 85 milioni di lire!! Riuscì non solo a fare 13, ma indovinò anche i due risultati di riserva: l’unico 15 della storia del Totocalcio. Una cifra altissima per l’epoca.
Da quel momento la maledizione di “vincitore-sfortunato” si abbattè su di lei. Da tutta Italia le giunsero richieste di aiuto economico. Migliaia di lettere venero indirizzate a lei che abitava in Piemonte, a Prato Sesia, dove lavorava come operaia in una filatura di Grignasco. L’ufficio delle poste del suo paese lavorò per mesi solo per smaltire le infinite lettere che arrivarono alla povera-vincitrice del Totocalcio. Milleseicento di queste lettere sono state salvate, ed ora uno storico del luogo le ha raccolte per scrivere un libro dove riportare questa strana vicenda.
All’improvvisa ricca Rosina, non arrivarono solo richieste di “elemosine”, ma anche richieste di matrimonio, anche dall’estero! (e certo!!) Ma lei per sfuggire alle tante richieste “ambigue” decise di sposare un operaio, ex partigiano del paese.
Costruirono una villa e comprarono una lussuosa auto, ma non ebbero una vita felice: non nacquero figli, lui morì improvvisamente a 49 anni e lei a 65. È come se la troppo fortuna avesse reso difficile le loro vite. Come dire: ti piace vincere facile? E adesso soffri!!
Non c’è logica nella vita. Nemmeno quando si è certi di vivere felici, viste le prospettive. La felicità non è solo nel denaro. E la felicità non è nemmeno concepibile dalle menti di quelli che ideano questi giochi, che da tempo stanno facendo impazzire troppa gente. Mettendole in testa che si può essere felici con un Gratta e Vinci o indovinando un numero che non viene estratto da 52 settimane.
Bisogna lavorare nella mente degli ideatori di questi giochi. È lì che cova il Male. È lì la perversione. “L’intelletto umano” in questi casi dà, ancora una volta, il meglio di sé: non far godere la gente che ha tutto per poterlo fare.
Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO