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Guerra di mafia: la mattanza dei giovani sul Gargano, a Vieste è una strage

Tre anni e mezzo di sangue per accaparrarsi l’egemonia nel controllo della droga tra promontorio e Albania. Sono soprattutto le nuove leve del crimine a cadere. I carabinieri indagano sull’agguato mortale al boss del clan Iannoli-Perna.

È morto a Casa Sollievo della Sofferenza, il 28enne Girolamo Perna, boss viestano. Il giovane a capo del clan Iannoli-Perna era sotto casa sua quando, intorno alle 21, è stato sorpreso dai sicari e raggiunto da proiettili di fucile calibro 12, un’arma costante negli agguati di mafia sul Gargano. Sul posto carabinieri e ambulanza del 118 che ha trasportato il 28enne in ospedale a San Giovanni Rotondo, dove è deceduto.

I militari dell’Arma, intanto, hanno sentito la persona che era in compagnia della vittima al momento dell’agguato e sperano di recuperare tracce utili dai filmati della videosorveglianza.

A Vieste continua la mattanza dei giovani nell’ambito della guerra di mafia tra i clan Iannoli-Perna e Raduano, nati dopo l’azzeramento dei Notarangelo. Solo negli ultimi tre anni sono deceduti il 27enne Giampiero Vescera, il 33enne Vincenzo Vescera, il 31enne Omar Trotta, il 25enne Antonio Fabbiano e il 22enne Gianmarco Pecorelli. Oltre a loro sono stati ammazzati lo storico boss, Angelo “cintaridd” Notarangelo, il fratello Onofrio e il cugino Giambattista. Infine, è scomparso nel nulla, vittima di lupara bianca, Pasquale Notarangelo, 27enne figlio di Onofrio. Del giovane non si hanno più notizie dal maggio 2017.

Girolamo Perna scampò ad un agguato nel settembre 2016 mentre il suo rivale, il 35enne Marco Raduano rimase ferito il 21 marzo 2018, evitando la morte per un soffio.

Proprio nei giorni scorsi, il clan Iannoli-Perna aveva subito un duro colpo con l’operazione “Ultimo Avamposto”. Agli arresti anche Claudio Iannoli, ritenuto numero due dell’organizzazione criminale viestana. Iannoli – a causa della detenzione domiciliare di Perna – gestiva in prima linea i traffici di droga tra Gargano e Albania, intrattenendo legami con pregiudicati di Manfredonia vicini al clan dei montanari, Li Bergolis-Miucci e coi foggiani appartenenti ai Sinesi-Francavilla.

Nella guerra per accaparrarsi l’egemonia sul promontorio, soprattutto negli affari di droga, gli Iannoli-Perna sono considerati stretti alleati proprio ai Li Bergolis-Miucci, oggi guidati dal giovane Enzo Miucci mentre i rivali del clan Raduano sono ritenuti dagli inquirenti vicini al gruppo Lombardi-Ricucci-La Torre, nato dopo la morte di Mario Luciano Romito, quest’ultimo ucciso nella strage di San Marco in Lamis del 9 agosto 2017.

Francesco PESANTE
l’Immediato.net

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