In mostra a San Marco in Lamis i presepi pasquali
È l’inconsueta mostra che è possibile visitare nel locale sottostante la Chiesa di Maria SS. Addolorata, nella quale la passione di Cristo è rappresentata sotto forma di presepi, con gli episodi della morte e della resurrezione di Gesù, in analogia della più conosciuta scenografia natalizia.
In realtà, i lavori esposti sono tecnicamente chiamati “diorama”. Si differiscono dal “presepe” perché sono rappresentazioni sceniche chiuse in una scatola, la cui visione è consentita solo di fronte, come al teatro. Da qui il nome derivato dal termine greco. Le scene rappresentate sono tutte ispirate ai passi del vangelo che le accompagnano.
La mostra è organizzata dalla Pro Loco “G. Serrilli” di San Marco in Lamis, presieduta dal dott. Ciro Nardella, in collaborazione con l’Arciconfraternita dei Sette Dolori.
A realizzarli, invece, ci ha pensato Emilia Presutto. È iscritta all’Associazione Italiana Amici del Presepio di Roma. Scrive per la rivista associativa. Si occupa di ricerche storiche sul presepe. Ha tenuto diverse conferenze sia sulle tradizioni presepistiche del nostro territorio, sia sui presepi pasquali. Collabora con l’associazione “La Città dei colori” di San Severo, con conferenze e lavori sempre a tema prespistico. Fa corsi di tecnica prespistica. Corsi che il dott. Ciro Nardella ha intenzione di istituire anche a San Marco in Lamis.
CENNI STORICI SULLA TRADIZIONE DEI PRESEPI PASQUALI
La tradizione dei presepi pasquali affonda le sue origini nel lontano 1400. Solitamente queste rappresentazioni erano presenti sia nelle case che nelle chiese e soprattutto nei monasteri.
Nelle case si trovavano di solito sotto campane di vetro ed era realizzato uno “scoglio” con sopra una serie di simboli rappresentanti la passione e morte di Gesù, con al centro la croce. Questa campana veniva custodita nella camera da letto e non veniva mai spostata, come invece accadeva per la campana che conteneva la rappresentazione della nascita di Gesù, che mano a mano che passava il tempo e si avvicinava Natale veniva spostata fino ad arrivare in cucina.
Nelle chiese e soprattutto nei monasteri, venivano allestiti veri e propri “ quadri” o scene, rappresentanti la passione. Con la controriforma religiosa agli inizi del 1500 venne abolita questa usanza, così come cambiò anche la rappresentazione visiva della passione di Cristo, perché ritenuta troppo cruenta. Quindi anche queste opere vennero abbandonate o distrutte.
A Napoli, nella chiesa di Santa Chiara è possibile ammirare ancora qualcuna di queste rappresentazioni.
In Europa invece questa tradizione è rimasta in vita fino ai giorni nostri, soprattutto in Austria e Germania, dove si possono ammirare lavori molto importanti, presenti prevalentemente nelle chiese.
In Italia invece da una decina di anni si sta riprendendo questa tradizione ed in diverse città e regioni si possono ammirare scene pasquali.