Francesco Gisolfi (classe 1940), per tutti il professore, non c’è più. Se n’è andato via sabato scorso, a Casa Sollievo della Sofferenza, dove era ricoverato da più settimane per un male al piede, più volte superato.
Laureato in Lettere Classiche all’Università “Federico II” di Napoli, dopo varie e sparse supplenze iniziali, ha insegnato ininterrottamente per circa quarant’anni Latino e Greco al Liceo Classico “P. Giannone” nella vicina San Marco in Lamis, formando decine e decine di generazioni di studenti, compresa quella dell’attuale Presidente del Governo, Giuseppe Conte, di cui aveva espresso in uno scritto tutto il suo personale compiacimento e ricordo.
Fin da giovanissimo è stato un attivo militante del PCI, guidando per lungo tempo la locale sezione. Trovandosi a Napoli per gli Studi, ebbe modo di partecipare personalmente ai funerali di Togliatti, di cui condivideva del tutto il messaggio ideologico e politico. Si misurò più volte nella contesa amministrativa locale nelle liste di sinistra. Nel 1975, la lista “Tromba” vinse le elezioni ed egli diventò Sindaco. Nonostante il buon avvio e gli innumerevoli problemi affrontati e risolti, la compagine rimarrà in sella solo quattro anni, ritornando alle urne nel 1979, che, con lui fuori dalla lista di sinistra, bissò la vittoria. Ritornerà in sella al massimo scranno cittadino solo nel 1983. Vi resterà per cinque anni e sulla scia operosa della giunta Viola, continuerà a risolvere una infinità di piccoli e grandi problemi della cittadina.
Da pensionato non abbandonerà mai né la politica, né la cultura. Spesso dedicherà il suo tempo libero a scrivere questa o quell’altra recensione di libri o a redigere le biografie di protagonisti rignanesi e sammarchesi che ci hanno lasciato. L’ultima in ordine di tempo è il suo scritto sul ‘compagno’ Giuseppe Coletta. Il resto del tempo lo dedicherà anche alla famiglia, scrivendo questo e quell’altro elogio o ricordanza.
Ecco, l’ultimo ‘quadretto di famiglia’che la dice lunga sui valori affettivi inestinguibili da coltivare e valorizzare: «A distanza di quattro anni ecco arrivare altri due nipotini. Questa volta il figlio di Nunzio, Matteo, è arrivato prima della figlia di Antonio, Alisia, quasi alla stessa distanza dei due Franceschi. Mi sembra un po’ troppo aspettare quattro anni per vedere altri due tesorini. A quasi 5 anni i nipoti già cominciano a fare i discorsi con tutti. Per i nonni, poi, il piacere è grande sentirli fare i primi discorsi. È una delizia portali al parco giuochi e vederli divertirsi.
Più fortunato è il Francesco di Antonio: vive qui e i nonni lo vedono tutti i giorni e se lo tengono stretto in casa per dare allegria alla loro età. Sentiamo molto la lontananza del Francesco di Nunzio ma lo vediamo spesso per televisione: gli parliamo e ci fa molto piacere, anche se talvolta è scontroso. Comunque quando scende possiamo fare pure a lui le nostre coccole, concentrate, per fare la pari con quelle che facciamo all’altro Francesco. Pensavamo che l’affetto si fosse esaurito con i primi due tesorini, niente affatto: è cresciuto, è più che raddoppiato.
Abbiamo 4 nipoti: 3 guerrieri e una principessina. Le vorranno bene, la terranno sul palmo della mano, facendole vincere ogni sorta di capriccio. La tratteranno come una bambola e quando i due di Como staranno a Rignano si divertiranno un mondo, andando a passeggio e a prendersi un gelato. I figli hanno il dono di rendere felice il matrimonio dei genitori e i nipoti la vecchiaia dei nonni, che si riempiono il cuore di gioia a vederli girare per casa e a portarli a spasso in macchina. Capita spesso che i padri sgridiamo e rimproverano i nipoti, facendo soffrire i nonni. Dicevo sempre ai figli: io non vi ho portato mai in braccio, mentre porterò i nipoti.
Così è. Quando andavamo a Foggia tiravo via dalle vetrine i figli, mentre con i nipoti la musica è cambiata.! Nei supermercati in un baleno ti riempiono il carrello e guai a toglierne un pezzo. C’è qualcosa in più nei nipoti. I figli erano visti come elementi da educare, da non accontentare sempre. Ai nipoti si risponde sempre con un fiat. Il ruolo dei genitori è diverso da quello dei nonni. I genitori devono educare i figli, permettendo e negando, i nonni viziarli e vederli sempre sorridenti. Per i nonni vedere i genitori rimproverare o peggio ancora battere i nipoti è come avere una mazzata in testa.
Caro consuocero, finalmente dopo tante femminucce in famiglia è arrivato un altro maschietto, che porta il tuo stesso nome. La gioia sarà stata grande, anche perché penso che tu, rassegnato, non t’aspettavi più l’erede. Tu sei affettuoso, giudizioso e attento alle cose di famiglia. Unico difetto: cominci a brontolare come un vecchio. Il nipote ti somiglierà, mi somiglierà, almeno un po’. Matteo, tuo fratello già prende qualche arnese nello sgabuzzino del nonno materno e lui s’arrabbia di non ritrovarlo al suo posto. Con te sarà più tollerante, anzi ti insegnerà a diventare subito un bel mastricchio.
I genitori ti seguiranno nella vita e negli studi e tu sarai un bello e bravo ragazzo. Insieme a Matteo in casa di Antonio è arrivata a Francesco la sorellina, Alisia, tesoro della mamma, del papà e del fratello Francesco, luce e sorriso di tutta la famiglia. I due Franceschi con le cuginette e con le altre fanno i prepotenti, i galletti, ma con Alisia le cose cambieranno. Le regalerò subito una bacchetta, con la quale, come la maestrina d’altri tempi, vi metterà sull’attenti e vi farà rigare diritti. Tutt’altro che un salice piangente o una madonnina infilzata!
E voi da parte vostra, nipoti più grandi, non fatela mai piangere, voletele sempre bene e avrete il ringraziamento dei nonni. E tu, fratello, ricordati che quando la porterai a passeggio la gente ti chiederà: Chi è quella bella bambina? E ti sentirai fiero di accompagnare una bella bimba. Tu, Alisia, quando più grande ti metterai davanti allo specchio e dirai: Specchio, specchio delle mie brame, / chi è la più bella del reame?. Esso ti risponderà subito: Alisia! E così quando, adolescenti, andrete a divertirvi, tu, fratello, sarai il suo carabiniere per tenere a bada tanti corteggiatori, che le ronzeranno intorno. Una ragazza al bacio, bella, sveglia, radiosa e fiera di sé, che susciterà nella società molta ammirazione forse con qualche punta d’invidia.
Farete salire così al settimo cielo i genitori e i nonni. Questi sono i nostri voti! Riverseremo sui nuovi arrivati lo stesso bene che abbiamo dato ai primi. Ci auguriamo che essi riversino su noi almeno un po’ del bene, che abbiamo dato loro. Comunque lasceremo ai figli di Gian Luca la stessa porzione di affetto. Ben arrivati tra noi. Vi vorremo sempre tanto tanto bene». La Redazione della presente testata dichiara la sua stretta vicinanza al cordoglio della famiglia e della comunità. Addio, Francesco, il ricordo di te resterà sempre vivo nella memoria di ogni rignanese.
N.B. L’anzidetto scritto del Professore è stato pubblicato sulla testata digitale “rignanonews.com”.
Antonio DEL VECCHIO