San Marco in Lamis: randagismo, cercasi benefattore? “Arca di Noè” diffida il Comune
È rottura conclamata sulla gestione del randagismo tra amministrazione Merla e l’associazione di protezione animali “Arca di Noè” di San Marco in Lamis.
Casus belli, adesso, è la determina n. 30 pubblicata ieri sull’albo pretorio istituzionale, in cui si dettano le linee guida, poi meglio specificate nel protocollo d’intesa allegato, per individuare un soggetto “che dovrà collaborare con l’Ente nell’attuazione delle strategie di lotta al randagismo canino e nel contempo provvedere anche al mantenimento ed alla cura dei cani randagi recuperati sul territorio”.
In pratica quello che ha fatto – e continua a fare a proprie spese (leggi qui) – l’associazione diretta da Antonietta Torelli.
Secondo il protocollo d’intesa – che non specifica il costo del servizio, ma si limita a riconoscere “in base alle risorse economiche, un rimborso parziale delle spese sostenute”–, l’eventuale nuovo gestore (non a scopo di lucro) dovrebbe mettere a disposizione anche una “confacente area della quale abbia, a vario titolo, la disponibilità”. Almeno fino a quando l’amministrazione comunale non provveda alla “costruzione di un Canile–Rifugio”. Cosa molto improbabile, almeno a breve termine, vista l’attuale situazione finanziaria dell’Ente. Anche perché un canile comunale, oltre ai costi di progettazione, realizzazione ecc. -, va poi dato in gestione. Ed ogni cane costerebbe (al Comune) mediamente 3 euro al giorno, per una spesa annua di diverse centinaia di migliaia di euro.
Ma non finisce qui. La nuova associazione dovrà procedere a: “ censimento e la registrazione all’anagrafe canina sia dei randagi sia dei cani padronali presenti sul territorio; avviare campagne di sterilizzazione dei cani randagi; reimmissione sul territorio comunale, con atto della locale A.S.L. e previa registrazione, sterilizzazione e vaccinazione, di quei cani randagi catturati che l’Ufficiale Veterinario accerti essere mansueti, di indole mite e scevri da alcun rischio per la cittadinanza”.
E ancora: “istituzione del cane di quartiere attraverso un’azione di educazione condotta dalla Associazioni di volontariato ad una conciliabile convivenza tra uomo e animale; promozione di programmi educativi nelle scuole di ogni ordine e grado al fine di favorire l’instaurazione di una corretta relazione con gli animali; fattiva collaborazione con l’Amministrazione Comunale, le Forze dell’Ordine e gli Organi Sanitari competenti, al fine di arginare il fenomeno del randagismo; promozione di iniziative finalizzate all’adozione degli animali abbandonati creando una rete informativa attraverso l’ (testo mancante)”.
In più è vietato lamentarsi. Guai a farlo, anche sui social. Si rischia il “formale recesso unilaterale dal presente Protocollo d’Intesa senza pregiudizio per ogni altra forma di tutela consentita dall’Ordinamento Giuridico”.
Intanto non tarda ad arrivare la netta presa di posizione dell’Arca di Noè, la quale, per mano del proprio legale, l’avv. Viviana Saponiere, ha intimato al Comune di San Marco in Lamis la revoca in autotutela del provvedimento appena emanato. Nella diffida, indirizzata anche alla Corte dei Conti, il legale sottolinea, a suo dire, le numerose illegittimità che gravano sul documento redatto dal Settore Affari Generali: “in primis in base agli articoli 81 e 97 della Costituzione, i provvedimenti comportanti una spesa pubblica possono essere adottati soltanto in presenza di idonea copertura finanziaria. Sulla stessa lunghezza d’onda, il D.lgs. 267/2000 prevede che gli enti locali possono effettuare spese solo se sussiste l’impegno contabile registrato sul competente programma del bilancio di previsione e l’attestazione della copertura finanziaria. Nella determinazione dirigenziale “de qua” – si legge ancora nella missiva –, non essendo presente alcun riferimento all’importo massimo oggetto dell’affidamento del servizio ma prevedendosi una mera compartecipazione alle spese non essendo tra l’altro univocamente specificati gli importi nel loro limite massimo, si palesa una evidente violazione dei succitati principi costituzionali poiché potrebbe trattarsi di importi che vadano al di sopra delle previsioni di bilancio dell’Ente e per tanto non vi è alcuna garanzia di copertura finanziaria”.
Da qui la richiesta-diffida dell’associazione “Arca di Noè” a “porre in essere tutto quanto necessario affinché si revochi il succitato provvedimento illegittimo”.
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