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Ecco la transumanza, 330 bovini pronti a partire da San Marco in Lamis alla volta del Molise

Da mercoledì riparte il tradizionale percorso di 180 chilometri con le mandrie al pascolo.

La transumanza d’Italia riprende il suo secolare cammino: mercoledì 22 maggio, la mandria di circa 300 bovini della famiglia Colantuono varcherà i cancelli dello stazzo nella masseria di località “Foresta”, in agro di San Marco in Lamis, per riprendere il cammino per 180 chilometri verso i pascoli del Molise, più in quota, freschi e ricchi del migliore foraggio. 

La famiglia Colantuono porta avanti la tradizione dalla fine del 1800. Nel tempo, sull’esempio del compianto zì Felice, la cowgirl Carmelina Colantuono, con i suoi fratelli e cugini, è riuscita a dare una dimensione internazionale al viaggio dalla Puglia al Molise, seguendo quelle usanze, costumi, tradizioni e leggi che si sono amalgamati passo dopo passo, producendo quella che è diventata la “civiltà della transumanza”. L’evento è seguito con trepidazione dal vivo e sui social.

Il cammino vero, quello di mandriani e bovini, comincia a metà della prossima settimana. Quattro giorni per 180 chilometri. Circa 30 mandriani, 20 componenti dello staff organizzativo e tanti giornalisti e fotografi nazionali e internazionali sono pronti a seguire la traccia battuta ininterrottamente nei secoli dagli armenti. Ci saranno anche i camminatori, alcuni arriveranno in bici, strada facendo, altri si aggregheranno lungo il percorso, a piedi o a cavallo, solo per amore della natura e delle tradizioni. Una carovana di discrete dimensioni che attraverserà le terre di Puglia e Molise, come si faceva un tempo, per i pellegrinaggi o per il commercio.

Migliaia di persone, giovani e meno giovani, appassionati di viaggi e paesaggi e ragazzi delle scuole assisteranno dal tratturo al solenne incedere di bovari e mucche. Uno spettacolo che si snoderà ai margini di immense distese di grano, costeggiando ferrovie, su tratti in asfalto e anche attraversando alcuni centri abitati come Santa Croce di Magliano, Santo Stefano (contrada di Campobasso), Castropignano e Frosolone in Molise. E poi il guado del torrente Tona e del fiume Biferno, rispettivamente al tramonto e all’alba della seconda e dell’ultima tappa.

Le cappelle e le chiesette disposte sui tratturi, e la possibilità di sostarvi, e in un caso di dormirvi, renderanno l’esperienza ancora più intima, quasi un viaggio dentro sé stessi oltre che in aree naturali di pregio. Le soste e i bivacchi arricchiranno il clima di condivisione e gioia collettiva per il protrarsi di una tradizione millenaria. Una cucina mobile seguirà il gruppone, chef noti e meno noti prepareranno per tutti il cibo tipico dei pastori: formaggi, carne, verdure, minestre, pasta, tutto a base dei prodotti locali della transumanza: caciocavallo podolico, manteca, scamorze, verdure di stagione, insaccati, dolci fatti in casa

La famiglia Colantuono, con il supporto di Asvir Moligal, sta organizzando tutto al meglio. Poi saranno i bovini, con i campanacci al collo, a decidere l’andatura e a risvegliare le emozioni, dalla partenza all’arrivo. Bovini che, così come i mandriani, riceveranno la benedizione pochi minuti prima del via, subito dopo il pranzo del mandriano cui parteciperanno tutti nell’aia della masseria a pochi chilometri da San Marco in Lamis.

Riparte l’ultima transumanza bovina orizzontale, cioè da una regione di pianura a una di montagna, ancora attiva in Italia. I giganti verdi, ovvero le antiche autostrade dei pastori, più propriamente i tratturi, percorsi saranno tre: il ‘magnò L’Aquila-Foggia e i regi tratturi Celano-Foggia e Lucera-Castel di Sangro. Tra l’uno e l’altro il raccordo dei bracci tratturali, come il Nunziatella-Stignano e il Centocelle-Cortile-Matese e i tratturelli come l’Ururi-Serracapriola che s’incontra nella seconda tappa. (gdm.it)

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