Potrà sembrare strano: ma la Rai (quando c’era solo lei) non sempre riprendeva tutti gli incontri di calcio della Nazionale, figuriamoci delle squadre di club. Si raccontano di gol straordinari, che non abbiamo mai visto, come quello di Sandro Mazzola durante un incontro tra Italia e Svizzera del 1970: di questo gol abbiamo uno dei tanti disegni che venivano creati in diretta da bravissimi disegnatori.
Sandro Mazzola in quell’incontro segnò un gol spettacolare, dopo aver saltato tre giocatori elvetici fuori dall’area di rigore, e poi sempre da fuori area tira in porta e segna. Siamo a conoscenza di questo gol, grazie a disegnatori come Paolo Samarelli, che disegnò su carta, questo gol come tanti altri, per poi far fantasticare ragazzini di alcuni decenni fa.
Le traiettorie disegnate per indicare come il pallone “viaggiava”, facevano il resto: la fantasia di ragazzini ci metteva del suo, e quelle linee tratteggiate, nella mente, occupavano un tempo illimitato. Potevano durare pochi secondi, come minuti. Il pallone che partiva dal piede del calciatore, che mirava verso la porta avversaria, il pallone che veniva ribattuto dal portiere, ripreso da un altro attaccante e poi il gol. Tutto spiegato tramite tratteggio della traiettoria del pallone.
Oppure, il calciatore passava la palla ad un compagno di squadra, questi gliela ripassava, e lo stesso giocatore che aveva iniziato il “triangolo” segnava. E si vedeva su quel disegno, per due volte lo stesso giocatore in due posizioni diverse, indicate dalla lettera A, quando iniziava il passaggio al compagno di squadra, e B quando tirava in porta, dopo aver ricevuto la palla dallo stesso compagno.
Anche “La Domenica Sportiva” non trasmetteva tutti i gol, soprattutto degli incontri amichevoli, della Coppa Italia e coppe europee. E allora ci pensavano i disegnatori come Paolo Samarelli, forse il più bravo di tutti, che pubblicava per il settimanale “Il Guerin Sportivo”. E si aspettava il giovedì successivo agli incontri di calcio, per poter vedere i gol disegnati. Quei disegni venivano letteralmente divorati con gli occhi dai ragazzini, e si cercava di imitarli quando si giocava a calcio nelle strade: un portone faceva da porta di calcio e tutti schierati come si vedeva in quei disegni… ma non si segnava.
“Ma come, Rivera ha segnato in questo modo contro la Juventus, e noi non siamo capaci?”, commentavano i ragazzini dopo non aver eseguito alla perfezione “lo schema” del gol fatto in quella partita. “Gli schemi” (lo diciamo tra virgolette) in effetti non riuscivano mai!!, anche se spiegati con il disegno. Quello che noi ragazzini volevamo imitare, non era uno schema scientifico di un gol, ma solo una pura casualità calcistica, o per dirla in breve: culo!!
Eh sì! I gol disegnati e difficilmente imitabili, erano spesso il frutto di: tiro – parata (o non parata)-respinta – e poi gol (oppure traversa) – e così fino al gol… E per non essere presi per fessi da quei gol che non riuscivamo a fare (mentre i calciatori li facevano!!), compravamo il libro “Il Manuale del Gol”. Una vera e propria enciclopedia di come si segna “come dio comanda!!”
Centinaia di gol riportati su carta, forse dai primissimi incontri della Nazionale Italiana di Calcio, erano alla portata di tutti. Con quel volume tra le mani, dovevamo segnare anche noi. “Allora, tu ti metti lì e sei Bettega, tu ti metti in porta e sei Albertosi…”, e così via fino a completare la rosa di calciatori che si vedevano in quel disegno.
E si tentava di segnare così come era descritto nel disegno. Niente. Nemmeno con il libro “Il Manuale del Gol” si riusciva a segnare. E allora, ci si impegnava ad immaginare. Immaginavamo come il pallone veniva passato da Cuccureddu a Furino, e poi lanciato verso Causio che segnava, metteva la palla dentro la porta difesa da Albertosi. E quello era un gol, reale, anche se disegnato su un pezzo di carta.
Tra i gol disegnati quello che è rimasto forse più impresso di tutti è quello dell’olandese Haan, durante Italia ‑ Olanda nei Mondiali del 1978, in Argentina. Se avessimo vinto quell’incontro avremmo disputato la finale contro i padroni di casa. Invece niente, primo gol dei nostri, poi raggiunti dagli olandesi, e a quattordici minuti dalla fine dell’incontro l’Olanda segna. Con un gol da 40 (quaranta) metri. Il disegno è abbastanza chiaro.
Questa ricostruzione grafica è rimasta nella memoria di tutti. Anche perchè quel gol non ci regalò la finale di quel Mondiale. Anche questo gol disegnato è perfetto. Come la nostra fantasia di tanti anni fa, quando le traiettorie dei palloni calciati da giocatori professionisti, volendo, le potevamo pilotare dove volevamo: alta sulla traversa, oppure parata del portiere, colpita la barriera.
I gol disegnati non potevano cambiare il punteggio, ma potevano farci sognare, e sostituire quei calciatori disegnati, con i nostri corpi in miniatura. Che segnavano. Sempre!!
Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO