Il Palazzo Baronale di Rignano Garganico torna di nuovo a rivivere i fasti dei suoi antichi ed illustri abitatori.
Il riferimento è all’ala sinistra, abitata fino a qualche decennio fa da Francesco De Majo, noto oculista a mezzo servizio del comprensorio (alle sue cure venivano da ogni dove), perché il resto del suo impegno quotidiano lo dedicò all’agricoltura e alla zootecnia, diventandone per vari decenni il Presidente nazionale degli allevatori bovini di razza podolica
L’azienda nei momenti di massimo sviluppo dava lavoro ad oltre una trentina di addetti. Non solo, ma gli stessi venivano regolarmente retribuiti a tariffa. Da questo punto di vista, il De Majo, noto col nome familiare di Don Ciccio, era molto amato in paese e, non a torto, è considerato da vox populi il benefattore, per antonomasia. Non avendo eredi, prima di morire, sia lo stabile sia le masserie, come Palagano, furono venduti a privati, non tanto per fare soldi, quanto per ripianare i debiti, accumulati appunto, per sfamare il prossimo.
Dopo aver perso i fondi pro-Giubileo, per incompetenza degli amministratori comunali pro-tempore, su cui si sono scritti fiumi d’inchiostro, l’edificio fu radicalmente restaurato dal nuovo proprietario. Ora si deve allo stesso il ripristino della sua antica funzione, ossia l’avvio di un prestigioso studio oculistico. Così che nel piccolo centro è ritornata questa importante figura professionale.
A presiedere la struttura ci saranno Luigi Mazzeo e Nadia Pasquale. A quanto appreso, presso il centro è possibile effettuare visite oculistiche per adulti e bambini. Inoltre lo studio è provvisto di numerose attrezzature di ultima generazione per curare e trattare tutti i difetti di vista (miopia, ipermetropia, astigmatismo), l’OCT per lo studio della maculopatia, il campo visivo computerizzato per lo studio del glaucoma, il topografo corneale per lo studio del cheratocono. Al riguardo Mazzeo ha dichiarato: “Siamo veramente entusiasti di questa nuova opportunità e speriamo di poter garantire a tutti Rignanesi e non solo la nostra professionalità e la nostra esperienza”.
Va da sé che la notizia, non appena si è diffusa, è stata accolta con vivo compiacimento dall’intera popolazione, convinta più che mai che solo con l’intervento del privato è possibile risalire la china della crisi ed avviare l’atteso decollo vitale e turistico di questa realtà che ha ancora tante carte da giocare sul fronte delle sue potenziali suscettibilità, come il medievale centro storico, l’unicità del panorama che abbraccia l’intero orizzonte, la pista del deltaplano e soprattutto l’apertura del Museo paleolitico di Grotta Paglicci, pare imminente. (art. AntDV – foto GalGargano)