Gatta: “Servizio sanitario al collasso, ma la giunta spende 1,4 mln per la comunicazione sanitaria”

“Abbiamo ospedali gravemente sguarniti di personale, si chiudono reparti su tutto il territorio e abbiamo tante strutture fatiscenti con macchinari obsoleti… ma la Giunta regionale spende 1.4 milioni di euro per pubblicizzare la sua attività nel settore sanitario tramite “Apulia Film Commission”. Quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, se confermato, sarebbe grave, anzi gravissimo, ed è per avere lumi e dettagli in merito che ho depositato un’interrogazione diretta al presidente Emiliano ed all’assessore regionale all’Industria Turistica e Culturale, Loredana Capone”.

Lo rende noto il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta.

“Le risorse –aggiunge- provengono dalle maglie dell’Aress, l’altra agenzia regionale per la Salute. Tra le attività del Piano di comunicazione ci sarebbero convegni e seminari, oltre alle 10 produzioni audiovisive a cura di Afc che dovrebbero raccontare quanto realizzato dalla Giunta regionale. Il che, chiaramente, si presta a valutazioni di merito e di opportunità: si può trattare, come è evidente, di una iniziativa elettorale e propagandistica. Potremmo dire, a riguardo, che c’è ben poco da pubblicizzare in positivo e questo i cittadini-pazienti lo sanno bene: lo vivono tutti i giorni, quando devono andare in altre Regioni per curarsi perché le liste d’attesa sono infinite, lo sanno quando c’è carenza di personale e vengono sospesi alcuni servizi ed i ricoveri; lo sanno quando devono curarsi e sono costretti a lunghe trafile burocratiche per prenotazioni e pagamenti che si aggiungono al dramma della malattia. Tutto questo è realtà nota e ogni volta che pungoliamo, con spirito costruttivo, il governo regionale, la risposta è sempre la stessa: “non ci sono i soldi”. Bene, -conclude Gatta- se non ci sono i soldi per migliorare il servizio di assistenza sanitaria, vorremmo che non si sperperassero per iniziative pubblicitarie. Siamo sicuri che anche i pugliesi la pensino così”.

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