Assegni di cura, la Regione incontra le associazioni

Il direttore generale del Dipartimento delle Politiche per la Salute della Regione Puglia Vito Montanaro, insieme con il consigliere politico del Presidente Emiliano Domenico De Santis, ha incontrato questa mattina in Presidenza i rappresentanti di alcune organizzazioni di familiari di persone gravemente disabili che stavano manifestando sotto la sede della Presidenza della Regione Puglia.

Al centro del lungo confronto, il disagio manifestato dai rappresentanti di alcune associazioni di genitori per non aver avuto accesso al contributo economico dell’Assegno di cura.

Montanaro ha raccolto tutte le criticità evidenziate, relative alla vecchia gestione del bando 2018, e si è impegnato a scrivere una lettera ai direttori generali delle Asl pugliesi per chiedere fondamentalmente 1) di portare a termine le valutazioni mediche, qualora ciò non fosse ancora avvenuto, 2) di pubblicare le graduatorie definitive, in modo che ciascuno possa rendersi conto di quale sia la sua posizione con i relativi punteggi e infine 3) di istituire uno sportello ascolto in ogni Asl per agevolare il dialogo con le famiglie, al fine di rendere meno faticoso l’aspetto burocratico e più trasparente le verifica della sussistenza dei requisiti.

Il consigliere politico del Presidente, Domenico De Santis ha ricordato come la Regione Puglia sia la regione italiana che più investe in Welfare. Per l’annualità 2018/2019 infatti, la Regione Puglia ha messo 35 milioni di euro sulla misura Assegno di cura, 13 milioni del Governo nazionale, 12 milioni più altri 10, sul bilancio autonomo regionale.

Per il futuro invece Montanaro si è impegnato a gestire in maniera condivisa con tutte le associazioni i criteri del nuovo bando, con la massima trasparenza e facilità di condivisione, con una novità fondamentale. L’istituzione di una Unità di Valutazione Multidisciplinare unica, regionale, un ufficio cioè che stabilisca con identici criteri quale valutazione medica assegnare a ciascun paziente. Un gruppo di specialisti che utilizzi le stesse modalità di attribuzione dei punteggi di accesso al beneficio.

All’incontro di oggi hanno partecipato anche i consiglieri Antonella Laricchia e Napoleone Cera.

DICHIARAZIONE NAPOLEONE CERA (UDC)

“L’ho sempre fatto e continuerò a farlo! Oggi a Bari al fianco delle famiglie che attendono il riconoscimento dell’assegno di cura.

Personalmente è un fallimento il fatto che madri, padri, nonni e figli vengano a protestare sotto i palazzi del Governo regionale per farci toccare con mano le loro condizioni di disagio.

Accesso alle graduatorie, apertura degli sportelli informativi e la rivisitazione dei criteri del prossimo avviso sono le misure che il governo regionale tenterà di mettere in pratica da subito. Che apprezzo!

Continuerò a capire già nel prossimo bilancio consuntivo se ci sono i margini per allargare il più possibile la platea dei beneficiari degli assegni di cura.

D’altronde bisognerà mettere una pezza a un errore della burocrazia”.

DICHIARAZIONE ANTONELLA LARICCHIA (M5S)

“Emiliano non ha avuto il coraggio di presenziare, e come lui l’assessore al Welfare Ruggieri, inviando i dirigenti del Dipartimento Salute (tra cui il direttore Montanaro in carica da meno di due mesi) tecnici e il suo consigliere per i Rapporti con il Parlamento e gli Enti Locali Domenico De Santis (ci chiediamo che c’entri) a fare da “pungiball” per lui. Già a maggio avevamo denunciato la gravità della situazione e chiesto chiarimenti, ma niente è stato fatto. Nel mio intervento oggi ho suggerito una soluzione possibile a breve termine in cinque fasi: innanzitutto, l’immediata pubblicazione della graduatoria oggi ancora non disponibile; l’individuazione delle storture paragonando la situazione pugliese con quella delle diverse regioni; l’avvio di un’istruttoria attraverso una task force di tecnici per rivedere tutti i punteggi perché non è affatto chiaro come mai da un anno all’altro le famiglie hanno avuto punteggi molto diversi a parità di condizioni e per aspetti che non sono variati nel bando; l’individuazione di coloro i quali risultano ingiustamente penalizzati (o anche, a onor del vero, ingiustamente premiati) per le storture precedentemente individuate. Infine, far valutare alle famiglie quale preferiscono tra i tre scenari possibili: quello attuale, quello che si sarebbe avuto con un bando con le storture corrette, quello possibile se si scegliesse di assegnare la stessa somma a tutti i richiedenti”
In Puglia si è creata una situazione che non ha eguali nel resto d’Italia perché il bando per l’erogazione degli assegni di cura prevede alcuni criteri che penalizzano alcuni disabili gravissimi. Si è scelto di privilegiare i malati che fruiscono delle cure domiciliari integrate mentre contemporaneamente si escludono dall’accesso gli autistici che frequentano i centri diurni o che beneficiano dell’incentivo regionale per progetti di vita indipendente o di “dopo di noi”, così applicando due metodi di attribuzione di punteggi opposti per diverse tipologie di disabilità. Un fallimento quello degli assegni di cura testimoniato anche da una delibera con cui la Giunta attesta l’inadeguatezza del suo sistema di assistenza e tenta di rimediare assegnando poteri straordinari ai direttori generali delle Asl in modo da consentire l’accesso al beneficio a chi non avrebbe i requisiti indicati nell’avviso. La toppa è molto peggio del buco insomma. Abbiamo già suggerito tantissime volte metodi per la soluzione del problema a lungo termine e mi riferisco in particolare al sistema del “budget della salute” che permetterebbe ai beneficiari di scegliere più liberamente a chi rivolgersi per l’assistenza sanitaria. Non solo, riteniamo importante per il futuro stabilire dei criteri validi per l’accesso agli assegni di cura che tengano conto esclusivamente della spesa che la famiglia deve affrontare per la disabilità”.

 

 

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