TPL provincia di Foggia, Giannini: «Nessuna penalizzazione»
Nota dell’Assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini
Come ho già avuto modo di osservare, confermo che “nessun taglio di risorse è previsto per la provincia di Foggia”, anzi per i futuri affidamenti verranno operati maggiori trasferimenti (rispetto ad oggi) per complessivi circa 15 milioni di euro.
Il Piano dei nuovi servizi minimi, elaborato dagli uffici, è costruito con l’obiettivo di quantificare con metodo omogeneo e non discriminatorio le percorrenze “minime” in grado di soddisfare i bisogni di mobilità essenziali e necessari dei cittadini pugliesi, con equità e pari trattamento, così come richiesto dal DLgs 422/1997. Le nuove stime effettuate si basano su parametri oggettivi e misurabili e non su criteri di attribuzione chilometrica storici, come avvenuto sinora, soprattutto alla luce dell’obbligo di avviare le numerose azioni di efficientamento richieste dalla legge e previste dal Piano Triennale dei Servizi (redatto nel 2015 con l’accordo delle organizzazioni sindacali e delle organizzazioni rappresentative dei concessionari), che, ahimè, non sono mai state intraprese né dai Comuni né dalle Provincie.
Questi livelli dei servizi minimi saranno utilizzati per la distribuzione delle risorse messe a disposizione dal Fondo Nazionale e dal Fondo Regionale dei trasporti tra i vari bacini territoriali, in funzione dei costi standard cosiddetti “micro”, già determinati attraverso la consulenza dell’Università la Sapienza di Roma. L’utilizzo delle risorse, così come l’organizzazione dei servizi, la scelta delle modalità di esecuzione e gli effettivi programmi di esercizio saranno di competenza dei singoli ambiti territoriali (ATO), che dovranno esplicitarli nei loro Piani di Bacino, una volta verificata la loro compatibilità con i criteri di efficientamento stabiliti dalle norme di settore (art. 16bis DL 95/2012, art. 27 comma 2 e comma 6 DL 50/2017).
Non si tratta di mero trasferimento di risorse e/o di percorrenze chilometriche, bensì dell’attuazione del principio della prossimità amministrativa che riconosce l’efficacia della governance multilivello applicata al TPL: tipico servizio pubblico locale “a rete”.
Se la Provincia di Foggia o gli amministratori comunali riterranno di utilizzare le risorse economiche attribuite in diverso modo, lo facciano pure, è nella loro autonomia pianificatoria, che la Regione non contrasterà e che incontra come unico limite la legge e le sanzioni previste dalla stessa.
La Regione non può più riconoscere come necessario ciò che non è, continuando ad essere complice dell’inefficienza e dello spreco di denaro pubblico.
Non si tratta di tagli ma di una diversa proposta di ridistribuzione dei servizi, per andare incontro alle reali necessità di mobilità dei cittadini. Spetta agli enti locali cogliere questa occasione.
In relazione all’utilizzo effettivo dei servizi va precisato che, come spiegato in tutti gli incontri e in sede di Conferenza dei servizi, i dati relativi al rapporto Ricavi/Costi sono stati rilevati dai dati che le imprese autocertificano all’Osservatorio Nazionale e non sono stati in alcun modo utilizzati per la stima dei livelli dei servizi minimi.
Smettiamola di diffondere infondati allarmismi: nessun livello occupazionale verrà compromesso. Le risorse aumentano, non diminuiscono, i servizi minimi sono una cosa diversa dai servizi aggiuntivi, i cui costi, tuttavia, anche di questi ultimi, la Regione andrà a cofinanziare in modo permanente.
Le ricerca delle migliori condizioni per il recupero dell’efficienza rientra, in primo luogo, nelle competenze programmatorie delle Autorità di ambito (in questo caso il Presidente Gatta) chiamate a concorrere al raggiungimento degli obiettivi di performance previsti per legge quali:
– il recupero di economicità del tpl (rapporto ricavi/costi)
– l’incremento del numero dei passeggeri trasportati (load factor)
– il mantenimento dei livelli occupazionali.
Non tendere a questi obiettivi e non realizzare i risultati richiesti dalla legge significherà farsi carico delle sanzioni in termini di minori trasferimenti che la Regione non può e non è più disposta a coprire, e che in ogni caso non devono gravare sulla comunità pugliese per l’incapacità di abbandonare un modello organizzativo di trasporto pubblico locale ormai desueto e non conforme ai principi sanciti dal legislatore nazionale.