La prima cosa che si faceva, quando si raggiungeva una meta, che potesse essere quella di una gita di un solo giorno, o di un luogo di villeggiatura che poteva durare anche un mese, era quella di cercare una cartolibreria. Per comprare una cartolina. Una, almeno una, ma quasi sempre erano 3-4 da inviare ad amici e parenti. La cartolina era d’obbligo, come la prima chiamata telefonica che si faceva da una cabina telefonica, appena si mettevano i piedi “fuori casa”. Altrimenti i genitori si preoccupavano.
E dopo la chiamata telefonica rigorosamente con i gettoni, si andava alla ricerca di cartoline del luogo. Nel nostro paese le cartoline si trovavano facilmente presso l’ex Ottica Bonfitto, in Corso Matteotti (dove adesso c’è l’ottica Stilla), era lo stesso titolare, il signor Giuseppe, che quasi sempre scattava quelle foto e poi le riproduceva come cartoline. Erano molto lucide, pulite, precise, sembravano in alta definizione. Belle anche da conservare. Venivano esposte in contenitori fatti apposta per contenere le cartoline ed erano girevoli, e disponevano almeno di 4-5 “piani” dove alloggiarle.
Spesso sulla cartolina c’era una sola veduta, a volte in quei pochi centimetri quadrati venivano stampate più di una veduta, e magari venivano inserite insieme: la piazza, un monumento caratteristico, il costume tradizionale. Sulle cartoline non si potevano “fare troppi discorsi intimi”: non erano delle lettere dentro delle buste, ma era sufficiente farle arrivare a casa, che il proprio dovere di viaggiatore era stato fatto. Non si andava oltre: “Tanti saluti e baci da…”, mettendo il nome dell’intestatario.
Il bello era che, vedendo quelle cartoline, si cercava nel paesaggio o vicino a quella fontana ritratta, l’amico o il parente che ce l’aveva inviata. Come se fosse una foto scattata pochi minuti prima. Come quando adesso riceviamo una foto sul telefonino e subito vediamo in primo piano chi ce l’ha inviata. Si fantasticava sul luogo dove l’amico era in vacanza, lo si “vedeva” tra le onde del mare, o scalare le cime di quelle montagne, o affacciato ad una finestra di quel castello. Però non c’era. Non era lì in quel momento, ma era solo un modo per il nostro amico, farci partecipi di quel viaggio. Forse quel monumento stampato sulla cartolina, il mittente, non lo visiterà nemmeno…
Appena arrivava, la cartolina, veniva letta da tutti i componenti della famiglia, e subito si cercava di capire chi l’avesse scritta: la calligrafia di molti era illeggibile! Una volta identificato il viaggiatore si cercava di ricordare se ci avesse avvisato del viaggio. E spesso i viaggi erano programmati anche mesi prima: tanti anni fa viaggiare era un lusso, e non come adesso, ed erano soprattutto gite di un giorno organizzate dalle parrocchie o da amici che si prendevano la briga di chiedere tutte le informazioni del caso per far viaggiare amici e parenti.
A volte sulle cartoline, nello spazio dei saluti, c’erano i nomi di coloro che la inviavano, spesso erano più di uno: e allora le firme si accavallavano una sull’altra, e non c’era nemmeno lo spazio per scrivere “Saluti e baci…”, ma c’era una bolgia di nomi, cognomi e soprannomi che per poco non invadevano anche lo spazio dell’indirizzo del destinatario. Gli “artisti”, le cartoline le riempivano con fiorellini e cuoricini, e non era facile disegnare in pochissimo spazio.
Molti volevano che gli venissero spedite le cartoline per un semplicissimo motivo: collezionismo. C’è ancora gente che vanta di avere anche migliaia di cartoline conservate in ottimo stato. Ed è vero, e sono pulitissime, perché nel tempo pochissime persone hanno voluto vederle: è come se non rievocassero più nulla. Ormai non ci meravigliamo più di nulla!! Ed è questo il dramma!
Vedere qualche cartolina che ci è stata spedita tanto tempo fa, non ci dice nulla. Siamo talmente assuefatti da immagini, parole, messaggi che tutto ciò che ci viene mostrato come un testimone muto del passato, non ci emoziona. Ed è un dramma! Il passato non ci dice più nulla, e sapete perché? perché le foto di un amico o un parente scattata pochi minuti prima e postata su facebook, fa parte già del passato! Come se qualcuno volesse farci vedere il filmino del suo matrimonio di tanti anni fa(!!??) scapperemmo!!!
Figuriamoci se possano emozionarci immagini su delle cartoline di decenni fa. La differenza la potrebbe fare ciò che è scritto dietro la cartolina: leggendo il nome del mittente scritto con il suo pugno da un amico o parente che non c’è più. in quel caso quella cartolina, ma solo quella, potrebbe avere un valore aggiunto. Anche se venissero messi insieme tutti i selfie di una sola persona, non avrebbe lo stesso valore di quel nome letto su quella cartolina inviata da qualsiasi parte del mondo.
Le cartoline avevano più anima rispetto alle foto dei telefonini: erano poche, e c’era sempre almeno un motivo del perchè di quella missiva. Si diceva che si era giunti a destinazione, e che qualcuno ci pensava. Vicino o lontano che fosse.
Mario Ciro CIAVARELLA AURELIO