L’arch. Angelo Nardella ha inviato ai vertici della Regione Puglia una “Richiesta di annullamento PIANO URBANISTICO GEN.le-Comune di San Marco in Lamis (Foggia) approvato con Delibera Consiliare n.16 del 22.04.2014- Annullamento ai sensi dell’art.50 Legge Regionale n.56 del 31.05.1980”.
Ecco la nota integrale pervenuta in redazione.
“Il sottoscritto NARDELLA ANGELO chiede alla S,V. di voler provvedere all’annullamento dell’atto in oggetto,per le seguenti motivazioni :
L’analisi del territorio è stata errata, perchè sono state sottostimate le preesistenze edilizie in rapporto agli abitanti residenti;
non sono state esaminate le reali situazioni nei contesti urbani realizzati dai Piani Particolareggiati e Lottizzazioni Convenzionate, tutti scaturiti dall’attuazione del programma di Fabbricazione,sopratutto nelle zone di Via per Sannicandro e lo Starale che rappresentano i veri “ quartieri dormitori .“
è stato disatteso l’indicatore sancito nel Documento Reg.le di Assetto Generale (DRAG ) di “ porre al centro dell’azione del Governo del territorio la qualificazione rispetto all’espansione urbana “,per cui nessuna area di espansione doveva essere prevista nel PUG.
Le previsioni demografiche proiettate all’anno ipotizzato (2022 ) pari alle unità residenti di 14067 è solo utopia, tranne (se non si verificherà un evento soprannaturale ), per cui la previsione del fabbisogno abitativo previsto nella zona di espansione di stanze necessarie al 2022 pari a 3927 non si attuerà. La previsione demografica calcolata sulla base degli indici degli eventi di natalità,mortalità,immigrazione ed emigrazione all’anno ipotizzato 2022 sarà di circa 12300 unità.
Non sono stati verificati gli standards urbanistici come previsti dall’art. 1 del D.M. 1444 del 2 aprile 1968 in tutti i Piani esecutivi e Lottizzazioni convenzionate realizzati ed anche nei piani in itinere inseriti nel PUG per il completamento.
In alcuni Piani o Lottizzazioni già consolidati da anni, non sono state ancora cedute le aree di urbanizzazioni primarie ed aree a standards urbanistici; nel P.P. Zona C0 d’ intervento “a” area residuale di Via La Piscopia esistono alcuni fabbricati realizzati abusivamente o con concessioni illegittime pari ad una volumetria di circa mc. 10000,anche se condonate, la volumetria non può essere scomputata come prescrive la normativa della zona “ Delibera di C.C. n.814 del 1983 dalla volumetria max ammissibile ,altrimenti si creerebbe una conurbazione per la mancanza di standards urbanistici. Inoltre un privato con atto pubblico in data 30.06.1995 ha acquistato dall’originario proprietario del suolo,le superfici delle sedi stradali esistenti da oltre un trentennio, (realizzate dai frontisti edificatori ) della superficie di circa mq.1900 ,con l’espressa dicitura: “ Dichiara,inoltre,il venditore -e la parte acquirente ne prende atto-che la zona di terreno in oggetto è da destinarsi a sedi stradali “ è così evidente l’operazione speculativa, per lo sfruttamento della volumetria di mc. 25O0 circa senza il rispetto minimo degli standards urbanistici ,ignorando che la zona era stata già oggetto di Delibera di C.C. n.705 del 03.11.1987 mai revocata o richiamata nei successivi atti,sancendo la elaborazione di una lottizzazione e non P.Part. essendo una piccola area residuale. Inoltre,nessuna opera pubblica è prevista in detto Piano,se non lo sfruttamento smodato della zona già compromessa a ridosso di un costone naturale che in questi giorni la Pubblica Amministrazione fa eseguire un muro di sostegno di altezza circa mt. 15 con fondi pubblici per la salvaguardia dell’incolumità pubblica,che i privati hanno compromesso la staticità del costone operando grossi sbancamenti per l’edificazione di manufatti edilizi.
Nei comparti edilizi di Via per Sannicandro e zona Starale,oltre alla mancanza di aree per standards urbanistici, esistono anche difformità alle costruzioni realizzate,prive di collaudi statici e licenze di agibilità; opere di urbanizzazioni non collaudate e quelle esigue aree indicate a verde e parcheggio pubblico sono dislocate in parte in zone inaccessibili e quindi inutilizzabili.
13/P CONTESTI URBANI CONSOLIDATI PER VERDE E SERVIZI PUBBLICI
L’art.3 del D.M. 1444/68 prescrive che gli standards urbanistici sono inderogabili nella misura minima di mq.18/ab ,ed essi devono essere effettivamente utilizzabili.
Non possono essere considerati a verde pubblico le fasce di rispetto stradali o relitti di piccole aree marginali inaccessibili. Il verde pubblico va integrato nei contesti abitativi ,perchè costituisce l’elemento principe di presenza ecologico-ambientale e contribuisce a miticare gli effetti di degrado per la presenza di manufatti edilizi, rappresentando la funzione ricreativa di svago, di incontri ,di cultura e di socialità comunicativa.
Nel comparto di Via Sannicandro non esistono aree a verde pubblico,l’unica area scaturita dal Piano P. La Selva estesa per mq.4630 come tipizzata in cartografia a verde pubblico attrezzato, ha subito prima della redazione del PUG, una diversa destinazione ( costruzione di un mega parcheggio di box singoli venduti ai cittadini a mercato libero) da parte di un consorzio, invocando la Legge Tognoli. La mancanza degli standards urbanistici costituisce “abusivismo “ che l’ Amministrazione ha esercitato a danno delle utenze in quel contesto urbano, per cui tale reato ha minato la base dei valori estimativi degli immobili e quindi le utenze possono chiamare in giudizio l’Amministrazione per il danno subito.
Le aree a parcheggi pubblici sono quasi inesistenti; le aree indicate nella cartografia del PUG per la maggior parte sono sedi stradali ,ed altre sono dislocate in zone periferiche allo stato naturale non fruibili perchè inaccessibili, ed altre sono aree private.
CONTESTO RURALE PERIURBANO DA TUTELARE E VALORIZZARE COME PARCO AGRICOLO-
Tale contesto descritto nelle norme di attuazione Art.32/mod, è inattuabile,perchè la maggior parte della zona è stata oggetto di trasformazione radicale che ha cambiato l’andamento naturale del terreno mediante la realizzazioni di bacini di accumulo per la regimazione del Torrente Iano durante le alluvioni.
Tale opera è stata realizzata dal Consorzio di Bonifica Montana del Gargano prima della redazione ed approvazione del PUG. Per cui tale strumento è già vecchio e rappresenta “ un falso in atto pubblico”, perchè non ha fotografato le reali situazioni del territorio.
4/P CONTESTO URBANO CONSOLIDATO DELLA PRIMA ESPANSIONE STORICA IMPIANTO FUSIFORME DA TUTELARE.
La zona edificata delimitata da Via Monte Zebio ,parte di Corso Giannone, Via XXIV Maggio e Via Della Vittoria è stata tipizzata nell’ art .4/P . Tale contesto è stato edificato nel periodo del contesto riportato nell’art. 6/P, contesto urbano consolidato ad alta densità organizzato per isolati, perchè è stato realizzato a partire dal 1925 su lotti di terreno di proprietà del Comune su Lottizzazione dell’ing. De Filippis.
La lottizzazione comprende anche parte della sede comunale attuale ,P.za Oberdan,Via Della Vittoria e Via XXIV Maggio su una estensione di circa mq.20.000.
La zona indicata in planimetria RU1 contesto vicino strada per Rignano Garganico riportato a pag. 67 delle norme tecniche di Attuazione per la maggior parte ha subito una trasformazione con fabbricati di 4 piani,mentre la rimanente zona in parte risulta edificata, per cui la residua area doveva essere disciplinata dalla normativa già vigente per la uniformità in armonia alle preesistenze edilizie
Tutte le osservazioni prodotte e protocollate nella fase di Adozione e Approvazione del PUG,sono state disattese,solo in parte sono state accettate.
Anche la Regione Puglia, principalmente l’Ufficio preposto alla verifica ha le sue responsabilità, perchè un PIANO URBANISTICO GENERALE redatto nella forma più irrazionale non rispettando agli indicatori del DRAG e non verificando gli standards urbanistici nei contesti di recente edificazione, sopratutto nei quartieri dormitori, mina la convivenza delle utenze e favorisce lo spopolamento.
Quanti articoli sono stati pubblicati sui siti locali per migliorare il PUG, voci tutte inascoltate, perchè basta una piccola investitura popolare per distruggere un paese ricco di storia,di cultura,di tradizionali e di artigianato che tanta risonanza aveva prodotto sia a livello provinciale che regionale.
In sintesi ,il PUG va annullato per la carenza di standards urbanistici e la rappresentazione cartografica non è rispondente alle reali situazioni dei luoghi.
Alla luce di tali considerazioni, accertate le reali situazioni delle zone, voglia disporre i conseguenti provvedimenti nel rispetto della normativa vigente in materia urbanistica”.