Sulla Gazzetta Ufficiale le motivazioni dello scioglimento per mafia (clicca qui per scaricarla).
di Michele Apollonio
La Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ha pubblicato la relazione del prefetto di Foggia Raffaele Grassi inviata al ministro dell’interno e da questi al Consiglio dei ministri che ha decretato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Manfredonia.
E’ in buona sostanza un condensato dalla più ampia, poderosa e dettagliata relazione prodotta dalla Commissione degli accessi agli atti che ha lavorato da gennaio a luglio sui documenti amministrativi del comune di Manfredonia dal 2011, che evidenzia i riferimenti probanti alla base dell’intervento dello Stato.
Gli esiti della Commissione sono stati esaminati dal Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, integrati dalla partecipazione del Procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Bari e dal Procuratore della Repubblica di Foggia. Una analisi della situazione reale esaminata da più punti di vista e dunque fondata su eventi concreti e verificati.
E’ questa la relazione ufficiale in cui i soggetti chiamati in causa sono coperti da “omissis” per ragioni di privacy che in ogni caso sono perfettamente riconoscibili. Per quella fatta circolare illecitamente, il prefetto Grassi ha sporto denuncia preso la Procura della Repubblica per l’identificazione dei responsabili che evidentemente avevano interesse a creare quantomeno confusione.
Documenti in ogni caso propedeutici alle conseguenziali misure previste dalla legge per gli eventuali responsabili di atti illeciti. La relazione Grassi tratteggia dettagliatamente le vicende salienti illustrate dalla Commissione da cui emerge <un livello preoccupante di compromissione della regolare funzionalità dell’Ente>. Le conclusioni rassegnate sono quanto mai significative dello stato di degrado morale e operativo in cui era finito il comune. <In effetti – rileva – la maggior parte dei settori comunali è apparsa inadeguata e afflitta da prassi operative spesso avulse dall’attuale quadro normativo:-. Una situazione che <denota un generale stato di precaria funzionalità dell’Ente e soprattutto una legalità “debole” in un contesto caratterizzato dalla pervasiva presenza della malavita organizzata> tanto che <il Comune non appare in grado di costituire un filtro efficace alle inevitabili pressioni che da un siffatto difficile contesto derivano.
Un coacervo di interessi nei cui confronti vi è stata <una sostanziale acquiescenza o comunque una incapacità di intervento da parte dell’Amministrazione comunale>. <Le criticità riscontrate – afferma Grassi – hanno riguardato proprio i settori in cui si appuntano i sostanziali interessi degli esponenti della cosca. Se è vero che diverse di queste deviazioni sono addebitabili all’apparato burocratico, è però vero che nei confronti di questo non vi è stato da parte del vertice politico-amministrativo l’esercizio di alcun efficace controllo o vigilanza>. Una situazione di grave allarme consolidata negli atti, che non può che essere risolta – è la risoluzione – con l’adozione di una incisiva azione di ripristino della legalità e di buone prassi che rendano il comune di Manfredonia capace di respingere i tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata:».