“La novità del decreto fiscale e dell’emendamento dell’aumento delle indennità per i sindaci che amministrano i piccoli Comuni, portata ad uno “stipendio minimo” che dovrebbe aggirarsi tra i 1.400 e i 1.500 euro netti al mese è una piccola rivoluzione del patto tra cittadinanza ed Enti locali.”
È quanto afferma l’onorevole del M5S Giorgio Lovecchio, componente della Commissione Bilancio e della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati.
“Il tessuto connettivo del nostro Paese è costituito dai Piccoli Comuni – prosegue il parlamentare pentastellato – eppure i sindaci delle amministrazioni fino a 3mila abitanti, fino ad oggi, percepivano delle indennità davvero irrisorie, nella maggior parte dei casi al di sotto del “tetto” del reddito di cittadinanza fissato a 780 euro.
I nostri sindaci delle Aree Interne e delle zone rurali e costiere sono stati come degli eroi romantici – pensiamo alla virtù morale dei sindaci dei Monti Dauni mostrata in questi anni – sindaci, votati al sacrificio e all’amore per la propria comunità, garanti di responsabilità molto importanti. È tale la percezione di tale immolazione che frequentemente nei piccoli Comuni, come indicato dall’Anci, è difficile anche trovare persone che vogliano candidarsi, esponendo così quelle comunità ad un rischio democratico, dal momento che a proporsi alla massima carica cittadina poi sono spesso gli stessi gruppi, che si tramandano il potere di decade in decade.
Avere ottenuto la disponibilità economica, già nella legge di bilancio, per innalzare le indennità di questi amministratori valorosi è una grande vittoria che Parlamento e Governo hanno conseguito. È nostro compito ora portare a livelli di dignità anche le indennità dei consiglieri dei piccoli comuni affinché siano tutelati nell’esercizio della loro funzione di controllo e indirizzo delle linee programmatiche degli enti in cui sono eletti”.