Transumanza bene immateriale dell’UNESCO. C’è anche San Marco in Lamis
Partita la candidatura. L’ok a dicembre a Bogotà. A Roma c’erano i sindaci di San Marco in Lamis, Monte Sant’Angelo e il presidente del Parco del Gargano
di Francesco Trotta
C’erano anche il sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla, il sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo D’Arienzo, il presidente del Parco nazionale del Gargano Pasquale Pazienza, a Roma l’altro giorno in occasione della riunione al Ministero dell’Ambiente in merito alla candidatura della “Transumanza a Bene immateriale dell’Unesco.”
“Con noi c’era anche la famiglia Colantuono che fa partire la transumanza proprio dal nostro Comune” ha rivelato il primo cittadino sammarchese Merla, molto fiducioso sull’esito finale della proposta. Che si conoscerà tra poche settimane a Bogotà, in Colombia, quando si riunirà – dal 9 al 14 dicembre – il comitato intergovernativo dell’Unesco (un organo che riunisce i rappresentanti degli oltre 170 Stati facenti parte della Convenzione Unesco).
C’è dunque anche il Gargano nel dossier, attraverso il Parco nazionale. A Roma infatti alla riunione presso il ministero dell’Ambiente hanno partecipato tutte le comunità interessate alla proposta della candidatura (che sarà ufficialmente presentata dal governo italiano) nonché i comuni, i parchi e le associazioni del territorio. La proposta di candidatura risale al marzo 2018, in coabitazione con Austria e Grecia, ma solo nei giorni scorsi gli esperti mondiali dell’Unesco hanno rilasciato un primo parere favorevole. E’ stata sottolineata l’importanza ambientale della pratica della transumanza perché pone al centro il rapporto tra uomo e natura e rappresenta in sintesi un esempio di sostenibilità e tutela della biodiversità.
“Mettere in contatto i nostri giovani con questa eredità – ha spiegato il ministro Sergio Costa nella riunione a Roma -ed avvicinarli lungo i tratturi e nelle aree protette in cui ogni anno la Transumanza si svolge è alla base dell’azione che il ministero sta intraprendendo, proprio in queste ore, per istituire zone economiche ambientali nei parchi”. La candidatura ha coinvolto direttamente, in Italia, la Puglia con il Parco nazionale del Gargano, il Molise, l’Abruzzo, il Lazio con il relativo Parco nazionale e la città di Amatrice, le zone interne della Campania, i territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, la Basilicata.
La transumanza rientra tra le tradizioni secolari. In provincia di Foggia la sua storia è legata da 5 generazioni alla famiglia Colantuono, come racconta Coldiretti Puglia (presidente Savino Muraglia) che parla di tradizione antica risalente al 1800 che parte dalla Puglia per arrivare in Molise, con una mandria di 300 mucche che camminano lente senza sosta da San Marco in Lamis (Foggia) fino a raggiungere Frosolone (Isernia), attraversando 2 regioni, 3 province e 20 comuni per raggiungere gli alpeggi molisani.
“La transumanza avviene a maggio – ha spiegato Carmelina Colantuono – perché gli animali hanno bisogno di partire, avvertono il caldo, lo patiscono, abbisognano di temperature più fresche dell’alpeggio. Sarebbero capaci di muoversi autonomamente. Inizia il nostro viaggio di 4 giorni con 3 soste per riposare a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Ripalimosani e Frosolone. Restano a casa solo gli animali più piccoli, perché non ce la farebbero.”
La transumanza si snoda attraverso i vecchi tratturi de L’Aquila-Foggia, il famoso “tratturo del re”, incrociato a San Paolo di Civitate, del Celano-Foggia e del Lucera-Castel di Sangro, con tratturelli e bracci tratturali da raccordo e tratti di strade statali, provinciali e comunali”. “Per questo il camminamento è scortato dalla Polizia stradale preallertata, perché la mandria invade le strade” precisa Coldiretti. Il percorso è segnato dalle mucche più anziane che con i grandi campanacci guidano l’intera mandria.
Dal 1800 la transumanza continua ad essere sul Gargano una pratica ancora viva. A breve diventerà bene immateriale dell’Umanità.