La band di Giuseppe Petruccelli debutta sulla lunga distanza con un album di rock alternativo.
di Luigi Ciavarella
Sestrumer è un progetto di Giuseppe Petruccelli che ha radici lontane ma che si realizza soltanto oggi grazie alla partecipazione di alcuni musicisti del posto con i quali condivide, peraltro, la militanza nei Faberi, la nota cover band di Fabrizio De André. I musicisti sono Francesco Villani (Basso), Pietro Giuliani e Felice Nardella (Chitarre) e lo stesso Giuseppe Petruccelli (voce, batteria e autore dei brani).
Un crocevia di influenze stanno alla base di questo superbo, palpitante cd. Il suono possiede una energia che ci riporta agli anni novanta quando il grunge (e suoni affini) stavano dominando la scena musicale del mondo. Ma sarebbe riduttivo guardare soltanto in quella direzione per raccontare questo impegnativo lavoro, che comunque possiede una sua seducente originalità di fondo che ce lo rende prezioso. Si intitola “Things” e contiene otto tracce una più interessante dell’altra, soprattutto per l’uso intelligente degli arrangiamenti affidati alle chitarre di due fuoriclasse del posto che dettano la linea in maniera risolutiva. Ciò che sorprende invece è la voce di Giuseppe (che ricorda vagamente J.Mascis) per quella sua costante ricerca della venatura melodica, che sembra avvolgere e trafiggere il suono dell’album. Una melodia sempre presente sottotraccia nonostante i suoni incalzanti delle chitarre, a volte metallici, persino psichedelici e progressivi (ma altre volte anche teneramente pop come in Parents), provino a soffocarla senza mai riuscirci. Da sottolineare in tal senso il brano The Way Out, dove il timbro melodico meglio si manifesta come lo spirito di Eddie Vedder d’altra parte, – e talvolta anche delle parrucche afgane – come per esempio sia in Winds ofWild quanto nella travolgente Green Fields, dall’irresistibile ritornello – forse la più bella di tutte – che invece ricorda anche gli Alberi Urlanti di M.Lanagan.
I Sestrumer con Things realizzano un vero capolavoro di rock alternativo, dai continui flussi armonici e dal suono convincente, nonché prodotto magnificamente quanto basta per confrontarsi alla pari con la viva scena contemporanea, sempre così ricca di inventiva. Sarebbe un vero peccato se questo gioiello non riuscisse a superare i confini del nostro territorio.