Il sindaco non la prende bene, il nuovo gruppo sottrae al PD l’egemonia numerica in maggioranza
di Francesco TROTTA
“Terremoto” all’interno della maggioranza di governo a trazione piddina ad appena 5 mesi dall’insediamento a Palazzo di Città. A causarlo la nascita di un nuovo gruppo consiliare “Riformisti per San Giovanni Rotondo” che ha destabilizzato gli equilibri fuoriusciti dalle urne, mutando anche la geografia politica e partitica disegnata dagli elettori. La neonata formazione – che sarà ufficializzata in occasione della prossima seduta dell’assise – è composta da tre soggetti: due eletti nelle file del Pd ovvero Lucia Mischitelli e Mauro Pio Ciavarella ed 1 eletto nella civica SGRPopolare, Antonio Pio Cappucci.
A causa di questa transumanza di uomini e donne da un contenitore all’altro, sempre all’interno del perimetro della maggioranza di governo, quest’ultima ha modificato la originaria fisionomia: adesso ci sono tre gruppi (Pd, SGRPopolare e Riformisti per SGR) tutti di pari entità numerica (tre), più la civica Res con un solo esponente. Nel dettaglio, il punto politico da cogliere è il venir meno dell’egemonia numerica del Pd nella coalizione: infatti da 5 scende a 3 (Matteo Masciale, Michelantonio Fania e Antonio Colella). Si assottiglia anche la civica di SGRPopolare passando da 4 a 3 (Salvatore Ricciardi, Leonardo Maruzzi e Domenico Gemma), mentre la consistenza di Res resta invariata (suo unico rappresentante Gaetano Cusenza).
Gli effetti politici dello spostamento dei tre sono chiaramente intuibili: poter contare alla pari con gli altri gruppi consiliari esistenti. Ufficialmente la neonata formazione ci tiene a far sapere che il perché della nascita vada ricercato nella necessità di voler “migliore l’attuazione e realizzazione degli obiettivi sanciti nel programma politico-amministrativo”. La mossa però deve aver preoccupato oltremisura il sindaco Crisetti, perché si è affrettato a convocare d’urgenza una riunione di maggioranza, nella quale il confronto, dicono, sia stato piuttosto acceso. Tanto che –sempre secondo voci di corridoio- sarebbe addirittura risuonata la parola “dimissioni” da parte del sindaco.
Una minaccia che, con tutta evidenza, nessuno deve aver preso sul serio. Però a distanza di soli sei mesi dalla vittoria elettorale, già avere a che fare con simili situazioni non promette – per Crisetti- nulla di buono. Parla apertamente di crisi invece l’opposizione, per bocca di Marianna Natale, capogruppo Lega per Salvini in assise: “La nascita di un nuovo gruppo in consiglio comunale non mi stupisce! C’era aria di crisi già da settembre. La frammentazione della maggioranza uscita dall’elezioni non è altro che la logica conseguenza del metodo che il sindaco usa, poco collegiale e dispregiativo nei confronti di tutti i consiglieri comunali. Il sindaco deve capire che non può decidere le sorti della città con pochi “capetti”, ma coinvolgere tutti gli eletti. Altrimenti – è il nefasto vaticinio del neosegretario Lega e candidata alle prossime elezioni regionali – batterà un altro record: quello di andare a casa prima dei famosi due anni (ndc è di solito il limite temporale massimo osservato dalle amministrazioni targate Pd nella città di san Pio, nota con l’appellativo di “città mangia sindaci”).”