Scompare improvvisamente, a causa dei postumi di una caduta accidentale, Pietro Parisi, più comunemente noto come Piter, radioamatore e soprattutto fondatore, nella seconda metà dei settanta, della prima radio libera in paese, la celebre e storica Radio Sammarco
Di lui conservo un ricordo struggente ricco di momenti esaltanti e di amicizia vera mai venute meno nonostante gli affanni della vita ultimamente ci hanno tenuti lontano. Lui ogni tanto mi telefonava “Quando vieni a trovarmi?”, rispondevo appena posso anche perché avevo in mente di farmi raccontare nei dettagli i momenti che hanno preceduto non soltanto la nascita di Radio Sammarco, la sua creatura, ma anche i particolari di come riuscì a captare i segnali radio provenienti dalle zone colpite dal terremoto in Irpinia. Pierino aveva subito capito non soltanto la gravità del momento ma anche la necessità di rendersi utile cercando di comunicare con le zone colpite. Per farlo si portò immediatamente col suo baracchino sul monte Celano da dove riuscì ad avere un contatto con i radioamatori irpini, raccogliendo in questo modo il loro SOS per trasmetterlo in tempo reale alle nostre autorità per l’organizzazione dei soccorsi. Fu soltanto grazie al suo intuito che la macchina dei soccorsi poté partire immediatamente raggiungendo per prima la cittadina di Teora, distrutta dalla furia del terremoto. Un merito enorme che ebbe in questa dolorosa vicenda che gli è sempre stato riconosciuto.
Un’altra idea formidabile l’ aveva avuto qualche tempo prima allor quando fondò in paese la prima radio libera, credo intorno alla metà degli anni settanta. Si tratta della storica Radio Sammarco, sita in fondo alla via della Vittoria in un garage trasformato in stazione radio. Fu la prima sorta in paese. Molti se la ricordano ancora perché trasmise da subito un senso di novità assoluta. Non furono soltanto canzoni ma anche intrattenimento dove il tutto passava anche grazie alla bravura di alcuni giovani dj che impararono presto il mestiere. Anzi per loro fu una palestra di vita. Per sé Piter, (il suo nome da dj), che aveva una voce particolare, aveva riservato uno spazio leggendario, rivolto alle dediche pomeridiane, tra le altre cose, che sempre più numerose venivano richieste dai tanti ascoltatori. Un programma che cambiò le abitudini dei sammarchesi. Un momento bellissimo della nostra storia. La febbre della radio, della libertà trasmetteva anche una ventata di freschezza nuova, che la si poteva cogliere ovunque in paese. Pierino aveva messo su un modello di socialità inoppugnabile che raggiungeva ogni angolo della città. Un modello e un punto di riferimento di aggregazione cittadina formidabili.
Il nostro rapporto cominciò a crescere quando egli mi chiese di mettere su un notiziario da inserire durante le pause tra una musichetta e l’altra. Accettai di slancio e, senza indugio, cominciammo subito le prime prove la sera stessa sul tardi. Così, davanti ai microfoni, noi due soli, senza testimoni, seriamente impegnati a scandire parole che nessuno avrebbe mai ascoltato, provammo a fare un radio giornale. Ricordo di quel periodo l’autunno piovoso, il freddo e il riverbero delle nostre voci che si avvicendavano ai microfoni nel semibuio della stazione, la solitudine palpabile e le nostre ombre che trasmettevano notizie prese in prestito un po’ dalla cronaca provinciale (grazie al quotidiano “Puglia”) e un po’ dai fatterelli locali principalmente culturali. Forse eravamo un po’ incoscienti o un po’ visionari o forse le due cose insieme. In fondo la radio senza un notiziario è una radio a metà, mi diceva Pierino. Durò il tutto una quindicina di giorni prima di rinunciare poiché non avevamo trovato nessuna “bella voce” disponibile a sostituirci. Anche in questo caso Pierino aveva precorso i tempi.
Sarà molto difficile che il paese si dimentichi di lui. Io no di certo. Ciao Piter.
Luigi Ciavarella