Tempo d’iscrizioni e tempo di scelte difficili! Decidere del futuro formativo dei nostri figli non è cosa facile. L’aiuto che in questo frangente chi opera nel campo dell’insegnamento e della formazione può dare alle famiglie, è semplicemente rendere manifesto tutto ciò che si cela all’interno di questo grande contenitore che si chiama scuola.
È quanto si legge nella nota a firma dello “Staff del Balilla” all’indomani del partecipato Open day, che continua: parliamo nello specifico della primaria dell’Istituto Comprensivo “Balilla” che, come è noto, da settembre si è trasferita nel plesso San Bernardino a causa dei lavori di ristrutturazione per mettere in sicurezza la sede centrale. Il nuovo plesso presenta tanti aspetti positivi: aule ampie e soleggiate, spazi comuni e atri, utili a formativi momenti di aggregazione, che ben si coniugano con un tipo di insegnamento favorevole alle attività laboratoriali e alle classi aperte. Innegabile il neo di una dislocazione decentrata, ma altrettanto innegabile l’impegno di tutta la comunità scolastica, delle famiglie e degli amministratori per superare i disagi e i limiti legati a questo aspetto.
Non si può, tuttavia, identificare semplicisticamente una scuola con l’edificio scolastico! La scuola non è solo questo. È tanto di più! Per ottenere il “successo formativo” dei nostri alunni, infatti, non è sufficiente passare del tempo in una struttura comoda e ospitale, ma occorre il lavoro incessante e soprattutto qualificato di chi opera nel settore. Ed è questo il traguardo che l’Istituto Comprensivo “Balilla” ha inteso raggiungere operando alcune scelte didattiche come l’organizzazione del tempo scuola su cinque giorni: la cosiddetta settimana corta. Avere tutti gli insegnanti in servizio dal lunedì al venerdì ha favorito la presenza di più docenti in classe e ha fatto in modo, soprattutto, che si costituisse una risorsa a cui attingere per incrementare, intensificare e rendere più qualificato l’intervento didattico per il gruppo classe e gli alunni BES, spendibile anche per attività di recupero, consolidamento e potenziamento delle competenze e delle abilità di base.
Il tutto si traduce in una strategia vincente volta al raggiungimento di quegli obiettivi che, a livello nazionale, sono stati definiti prioritari, non solo per equiparare il livello di preparazione dei nostri alunni a quello dei loro compagni europei, ma anche e soprattutto per realizzare il processo formativo dei futuri cittadini del mondo. La citata organizzazione oraria, inoltre, ha azzerato quasi del tutto il fenomeno dello spostamento in altre classi di singoli alunni laddove non è disponibile la copertura per supplenze di insegnanti assenti, a salvaguardia delle ore di lezione. Per non parlare poi della possibilità riservata ai bambini di trascorrere un giorno in più con la famiglia, che, come tutti sappiamo, rimane il luogo privilegiato e, più di ogni altro, deputato alla crescita e all’educazione.
Sicuramente tutto questo ha un costo in termini lavorativi e di impegno per gli alunni, per le famiglie e per il personale tutto che lavora nella scuola e per la scuola. Si potrebbero riempire pagine lunghissime per cercare di spiegare cosa si fa per insegnare ai nostri ragazzi, dal microcosmo della classe al macrocosmo dell’intero sistema organizzativo ed educativo di un istituto scolastico. Per soddisfare qualsiasi dubbio o curiosità si può sempre accedere alla carta d’ identità della scuola rappresentata dal PTOF (piano triennale dell’offerta formativa) capace di restituire un’immagine completa e in tre dimensioni, strutturale, organizzativa e didattica, di ciascun istituto.
Oggi è diventato quanto mai difficile occuparsi di formazione. Tutti noi, genitori ed educatori, svolgiamo un compito complesso e chi, per un motivo o per un altro, entra in questo processo ha un ruolo determinante e delicato. Da parte nostra ce la stiamo mettendo tutta per formare i ragazzi e perseguire il fine istituzionale che lo Stato ci affida: aiutare a crescere le future generazioni perché abbiano lo sguardo rivolto al progresso scientifico pur restando radicati alle proprie origini e tradizioni; abbiano rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente in cui vivono; siano educati alla legalità; considerino la diversità un valore di riferimento in una società multietnica; abbiano capacità di adattamento per vivere bene in un mondo estremamente mutevole grazie alle competenze acquisite, alle molteplici forme di intelligenze sviluppate, alla capacità di imparare ad imparare.
Con la speranza di essere stati di qualche aiuto in questo delicato momento e aver fatto luce su eventuali dubbi, semmai ce ne fossero stati, auguriamo a chi si accinge a intraprendere un corso di studi di trovare la strada giusta che conduce al pieno “successo formativo”.