Da un altro punto di vista
di Giuseppe Delle Vergini
Pochi giorni fa ha compiuto novant’anni anni Giuseppe Bonfitto. È un traguardo importante e vorrei fargli festa con discrezione, perché la discrezione è una sua qualità, fa parte del suo stile.
Giuseppe Bonfitto – per tutti conosciuto come” l’Ottica Bonfitto” con quell’insegna gialla e rossa della Kodak che per decenni ha campeggiato all’ingresso del suo negozio in Corso Matteotti – è stato per tanti anni l’unico ottico in San Marco, e credo uno dei più bravi del Gargano visto che anche dai paesi limitrofi venivano da lui per un paio di occhiali.
Con la sua professionalità e il suo lavoro ha aiutato intere generazioni di Sammarchesi a vederci chiaro, a guardare meglio il mondo e forse anche la realtà e la propria vita. Ha sempre trattato i suoi clienti con la cortesia e la professionalità di un gentleman inglese e lo trovavi puntuale dietro al banco del suo negozio – spesso aiutato da Filomena amata moglie e compagna di una vita da poco scomparsa – o nel piccolo laboratorio sul retro, intento a centrare lenti, sistemare montature, ordinare occhiali per chi li richiedeva.
Non sono stato un buon cliente perché tuttora ci vedo ancora bene. Però gli unici occhiali da vista che posseggo li ho fatti proprio da lui e ogni tanto li uso quando vado al cinema anche se l’oculista mi ha esentato dal farlo. Ma Giuseppe Bonfitto, oltre che una bravo ottico, è stato ed è soprattutto un validissimo fotografo che da sessant’anni racconta per immagini la nostra città.
Ha fotografato in lungo e largo San Marco raccontandola nella sua trasformazione da realtà contadina a quella che è oggi, nelle sue tradizioni, nei suoi personaggi. Non sbaglio se scrivo che il suo archivio di immagini sia uno dei più completi e interessanti che ci riguardano. Questo certamente perché in quegli anni i fotografi non erano tanti ma soprattutto perché lui ha guardato e immortalato il nostro paese con gli occhi attenti del reporter.
Per questo le sue foto non sono mai banali ma scattate da un altro punto di vista: quello della passione per la propria terra. A Giuseppe Bonfitto si deve anche la raccolta di centinaia di immagini storiche di San Marco, contribuendo a non disperdere una memoria fotografica altrimenti fragile. Nel 1981 con Tommaso Nardella ha pubblicato “Dal fondo dei paesi”, forse sintesi di questa sua attenta e precisa storiografia per immagini. Da appassionato di fotografia nel suo negozio andavo spesso per ordinare stampe fotografiche e pellicole. A lui devo alcuni validi consigli per scattare una bella foto.
Quando entravo nel negozio percepivo quel particolare odore degli acidi fotografici che lui abilmente maneggiava nella piccola camera oscura ricavata in un angolo del laboratorio. E un paio di volte ho avuto l’onore, ragazzo, di vederlo all’opera.
Giuseppe Bonfitto è stato anche l’animatore culturale che tra gli anni Sessanta e Ottanta ha creato una cultura dell’immagine a San Marco. Mi raccontava che spesso nel primo pomeriggio, a negozio chiuso, con la Vespa e la Rolleiflex 6x6e a tracolla andava in giro per il paese o nei dintorni a scattare foto di reportage – Street photography si direbbe oggi – o di natura, come i colori dei fiori appena sbocciati nella difesa di San Matteo.
Voglio anche ricordare che Giuseppe Bonfitto insieme a Michele Gualano è stato l’autore forse del primo documentario su San Marco fatto da un concittadino dal titolo “Fede e folklore” nel 1971. Questo breve film a colori racconta anche la nostra tradizione e devozione per la processione della Madonna Addolorata.
Io mi fermo qui. Altri hanno raccontato meglio di me chi è Giuseppe Bonfitto, tra tutti Padre Mario Villani che lo ha avuto come amico e collaboratore della Biblioteca di San Matteo, dove nel 2012 è stato premiato con il Leone di San Marco per tutto quello che ha fatto di bello e di bene per la nostra città. I miei erano solo degli auguri per il bel traguardo raggiunto.
Aggiungo solo che sarebbe davvero il momento di creare un vero e proprio archivio on-line di tutto quello che Giuseppe Bonfitto ha scattato e raccolto – è un invito alle Istituzioni cittadine a farlo – così da permettere a tutti i Sammarchesi sparsi per il mondo di poter godere di quel suo particolare punto di vista attraverso il quale ha raccontato il nostro paese.
Con i più sinceri auguri.