De Leonardis: “Internalizzazione Sanitaservice Foggia, una macelleria sociale avallata dal presidente Emiliano”
Di seguito, una nota del consigliere regionale Giannicola De Leonardis
“Esprimo la più convinta solidarietà e vicinanza ai lavoratori del Cup dell’Asl Foggia, costretti oggi – insieme alle principali organizzazioni sindacali – a scioperare per denunciare l’iniquità della procedura di internalizzazione messa in atto dalla società in house Sanitaservice, che è piuttosto un licenziamento collettivo mascherato e ingiustificabile, avallato dal presidente Michele Emiliano. Assessore alla Sanità incapace di spiegare perché la macelleria sociale che si sta permettendo a Foggia (con gran parte dei lavoratori, rispetto alla platea interessata, abbandonati al proprio destino) sarebbe ben differente da quanto si dovrebbe fare invece nell’Asl Bat o a Taranto.
L’internalizzazione dei lavoratori a Foggia sarebbe giustificata dalla necessità di operare risparmi sostanziali, e questo ha comportato l’esclusione di lavoratori con anni di esperienza dall’elenco dei partecipanti alle procedure selettive, una modalità discutibile e da me fieramente avversata. Tuttavia, al tempo stesso, la Sanitaservice nel bilancio preventivo relativo al 2020 presentato all’Asl, inerente il piano annuale delle attività, prevede il ricorso addirittura a contratti di somministrazione o a nuovi concorsi da bandire per far fronte ad annunciate carenze di personale: un’ammissione, in pratica, dell’illogicità di quanto operato, perché nuove assunzioni non comporterebbero certo i risparmi annunciati, ma sono necessarie per garantire l’efficienza e la continuità nel servizio erogato.
La regola non scritta è allora un’altra, il licenziamento di lavoratori dopo anni di precarietà, da sostituire poi con altri: alla base non c’è quindi la necessità di risparmiare, ma quella di sostituire e rottamare, calpestando dignità e professionalità.
Un’operazione inaccettabile, che coinvolge in prima persona sia Emiliano che il suo esecutivo, troppo impegnato con la campagna elettorale altrove da dedicare tempo residuo per la sorte di famiglie ritenute non meritevoli di considerazione”.