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Operazione “Retis”, cocaina a Manfredonia: 6 misure cautelari per detenzione e spaccio di stupefacenti

All’alba di questa mattina, i Carabinieri di Manfredonia hanno dato esecuzione a un ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Foggia, nei confronti di 6 manfredoniani, di cui uno in carcere, quattro ai domiciliari e uno sottoposto all’obbligo di dimora nell’agro del comune di Manfredonia. Il reato contestato è detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

L’Operazione “Retis”, nella Rete, nasce a seguito dell’arresto effettuato il 30 gennaio 2019, nella flagranza dei reati di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti di cocaina e hashish e di illecita detenzione di armi clandestine e di esplosivi, a carico di Silvestri Pio Giuseppe, 20enne manfredoniano arrestato dagli investigatori della Compagnia di Manfredonia, poiché trovato in possesso, all’interno della sua abitazione, di quasi mezzo chilo di cocaina dall’elevatissimo principio attivo, di tre pistole a salve calibro 9 modificate e rese funzionanti per esplodere munizionamento comune da sparo, quindi da considerarsi armi clandestine, di un ordigno esplosivo (c.d. bombacarta) con miccia innescata, polvere pirica e altra sostanza idonea al confezionamento di ordigni esplosivi, più colpi di vario calibro caricati artigianalmente, numerosi pugnali e coltelli, una balestra, un nunchaku da arti marziali, nonché bilancini di precisione e materiale atto al confezionamento dello stupefacente, oltre a denaro contante, verosimile provento dell’attività di spaccio.

Considerata la giovane età dell’arrestato, la sua poca disponibilità economica, nonché l’assenza di pregiudizi penali, i Carabinieri hanno sin da subito intuito che lo stesso non poteva gestire in proprio quell’ingente quantitativo di droga, bensì che molto più probabilmente la stesse detenendo per conto di altri.

Le immediate indagini avviate, quindi, hanno permesso di collegare il SILVESTRI a soggetti di più elevato spessore criminale, ovvero con quelli finiti “nella rete” degli investigatori per i numerosi episodi di spaccio riscontrati in città: PACILLO Alexander Thomas cl. 86, i coniugi FALCONE Michele e VESSIO Teresa, cl. 69 e cl. 84, CONTESTABILE Christian, cl. 94 e GIANDOLFI Francesco, cl. 87. Gli arrestati, tutti con precedenti di polizia, anche in materia di stupefacenti, sono stati posti agli arresti domiciliari, tranne PACILLO Alexander Thomas, per il quale invece si sono aperte le porte del carcere di Foggia, poiché pur essendo sottoposto all’obbligo di dimora in ordine ad altro procedimento, è stato riscontrato essere il “dominus” dell’intera filiera dello spaccio di cocaina in Manfredonia.

Destinataria della medesima misura cautelare anche una sesta persona non ancora rintracciata, CASTRIGNANO Michele, cl. 73, con precedenti di polizia, sottoposto invece all’Obbligo di Dimora nell’agro del Comune di Manfredonia, poiché è risultato essere uno spacciatore “indipendente”, che trattava la compravendita di piccole partite di cocaina dai 5 ai 10 grammi, solitamente acquistandola a Cerignola, per poi spacciarle sulla piazza di Manfredonia.

In particolare, a seguito delle indagini, è emerso che Silvestri, per mantenere la droga di Pacillo, veniva retribuito da quest’ultimo che pagava il “deposito” e quindi la “disponibilità”, con 800 euro mensili; soldi facili, così come anche dichiarato da sua madre VESSIO Teresa in una delle conversazioni intercettate.

Nonostante la perdita dell’importante quantitativo di droga, Pacillo ha avuto la forza economica di rifornirsi nuovamente di cocaina e di continuare a spacciarla al dettaglio, sia in prima persona, sia avvalendosi dei suoi correi Giandolfi Francesco, Falcone Michele e Vessio Teresa.

Impossibilitati ormai nel servirsi di Silvestri Giuseppe poiché detenuto agli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori Vessio e Falcone, Pacillo Alexander Thomas e Giandolfi Francesco hanno individuato un altro insospettabile ragazzo, Contestabile Christian, un meccanico di Manfredonia, che si è prestato a fornire il proprio appoggio e la propria disponibilità ai due spacciatori di più alto livello, venendo retribuito

Neanche le misure cautelari cui erano sottoposti Pacillo (obbligo di dimora) e Giandolfi (sorveglianza speciale con obbligo), si sono rivelate idonee a farli desistere dal trafficare cocaina. Se PACILLO era il “dominus”, GIANDOLFI era invece il suo fidato complice, in quanto collaborava sia nelle fasi di occultamento delle partite di cocaina, sia nel confezionamento sia nello spaccio al dettaglio delle dosi.

I coniugi Falcone Michele e Vessio Teresa, invece, ricevevano da PACILLO o da GIANDOLFI quantitativi minori di cocaina, solitamente 5 grammi alla volta, che poi “tagliavano” opportunamente con altre sostanze, confezionando singole dosi, nascondendole in terreni posti alla periferia di Manfredonia, e recuperandole di volta in volta quando iniziavano l’attività di spaccio al dettaglio. Alcune di queste dosi, messe all’interno dei tipici contenitori delle sorprese degli ovetti di cioccolato, sono state recuperate dai Carabinieri, unitamente ai bilancini di precisione, a riscontro delle loro illecite attività.

All’esecuzione delle misure cautelari hanno fornito preziosissimo e determinante contributo sia i militari dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Puglia” sia il Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno.

Le indagini sono state interamente coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia.

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