E’ una breve composizione giovanile, inedita, semplice, che fa parte della raccolta in vernacolo: 50 versi per chitarra, unicamente analizzata da Antonio Guida, mai pubblicata. La composizione è stata scritta la sera del Venerdì Santo – 24 marzo 1978 -.
E’ stata scritta con “getto immediato” dopo che lo scrivente era rientrato (alle ore 24.00) dalla processione in cui insieme ad altri amici aveva trainato la fracchia e dell’episodio si conservano anche alcune foto d’epoca.
Matteo Coco non è nuovo alla descrizione della processione delle fracchie avendo al suo attivo numerosi articoli pubblicati su svariati giornali e riviste ed opuscoli tradotti, col Comenius, anche in inglese/francese e tedesco.
VENERDI SANTO
(ovvero “li fracchie” e la Madonna Addulurata)
Non me ne ‘ncodda,
ie terate la fracchia
oh, che vampa!
quante iardeva bella.
L’ima appicciata sope lu ponte
pe fa luce alla Madonna,
Madonna Addulurata che va
truvanne a Gese Criste morte.
Quiste iè Venardì Sante a
Sante Marche, lu paiese mia,
mante nire – delore, foche d’ Amore,.
MATTEO COCO
Trad.: Sono stanco/ho trainato la fracchia,/oh che fiamma!/quanto ardeva bene (e bella)./ L’abbiamo accesa sul ponte (Via Carlo Rosselli)/per far luce alla Madonna,/Madonna Addolorata che va/in cerca di Gesù Cristo morto./ Questo è (semplicemente) il Venerdì Santo a/San Marco il mio paese natìo/manto nero e dolore/fuoco d’Amore.