Covid-19, San Marco in Lamis scende nella “zona amaranto” (21-50 casi). Aumentano i guariti, ma è confusione sui numeri
Restano in zona rossa Foggia, San Giovanni Rotondo e Torremaggiore (+51 casi attualmente positivi). San Marco in Lamis, San Severo, Monte Sant’Angelo, Cerignola, Lucera, Bovino, Troia tra i “21-50” . Manfredonia, San Nicandro Garganico nella fascia “11-20”. Apricena e Lesina tra “6-10” positivi in data 10 maggio 2020. Landella chiede le dimissioni di Piazzolla e Lopalco: «Gestione disastrosa».
Dopo diversi giorni di permanenza nella “zona rossa” (oltre 51 infetti da Covid-19) San Marco in Lamis, da ieri, è stata “retrocessa” nella fascia amaranto, ovvero tra i 21 e 50 casi attualmente positivi. E come al solito è confusione totale sui numeri. Tant’è che l’ultima situazione inviata dalla prefettura di Foggia al sindaco Michele Merla, parlerebbe invece di 15 persone ancora alle prese con il Coronavirus (dato aggiornato al 3 maggio). Una babele che rende estremamente difficile raccontare cosa realmente accade in paese. L’ultimo assaggio lo si era avuto con i numeri monstre (mai smentiti) diffusi dal Direttore Generale della Asl Foggia, Vito Piazzolla, che il 1° maggio indicò ben 66 casi accertati nel centro garganico a fronte del resoconto in possesso del primo cittadino che, al contrario, riportava lo stesso giorno 54 contagi da inizio pandemia.
Insomma, l’incertezza regna sovrana. Chi non le manda a dire è il sindaco di Foggia Franco Landella, da sempre critico nei confronti del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e del braccio operativo sanitario messo in piedi per contenere il diffondersi dell’infezione: “La gestione dell’emergenza sanitaria in Capitanata da parte della Regione Puglia governata da Michele Emiliano, da parte della sua task force, e da parte della Asl di Foggia è stata ed è disastrosa, tanto da contribuire, da sola, ad alzare il tasso di contagi dell’intera regione. Per questo chiedo le dimissioni del direttore generale della Asl, Vito Piazzolla, e dell’esperto regionale, nominato da Emiliano a capo della task force, Pier Luigi Lopalco“.
“L’epidemiologo continua ad essere inspiegabilmente contrario ad aumentare il numero dei tamponi e ora la Fondazione Gimbe ci dice che la Puglia è la regione in cui ve ne sono stati processati di meno; invece di seguire l’esempio di regioni maggiormente virtuose, come il Veneto che ha acquistato un macchinario per meno di 500mila euro che ha consentito di certificare 9.600 tamponi al giorno per i suoi abitanti. Per non parlare della totale assenza di controlli nelle varie Rsa, divenute focolaio di pericolosi contagi, col subdolo tentativo di scaricare sui Comuni la responsabilità di vigilanza che fa capo alla Asl“.
“Insomma – continua Landella -, una gestione vergognosa dell’emergenza sanitaria, che ha esposto pericolosamente ai contagi Foggia e l’intero territorio provinciale. Per questo Emiliano dovrebbe vergognarsi e, per la sua paranza senza sostanza, chiedere scusa ai pugliesi invece di fare passerelle nei salotti televisivi. Emiliano deve ringraziare la nostra qualità ambientale che, per il tasso di polveri sottili molto basso, ha consentito di contenere l’epidemia. Il presidente della Regione Puglia dovrebbe rendere conto a Foggia del disastro della gestione di un territorio difficile qual è il nostro, che non può essere governato da chi viene da fuori e non ha neanche l’umiltà di confrontarsi con gli apparati medico-dirigenziali delle nostre strutture. Le manchevolezze sono tante ed ingiustificabili: dalla mancanza di comunicazione dei dati sull’epidemia ai sindaci alla inesistente gestione degli isolamenti nei contesti familiari, con la mancanza di esecuzione dei tamponi alle persone messe in quarantena, o la verifica di asintomatici, che hanno potuto inevitabilmente accrescere il numero dei contagi”.
“Non hanno neppure pensato di utilizzare, nonostante vi fosse disponibilità, le 40 strutture ricettive messe a disposizione dagli operatori della Confcommercio, per isolare preventivamente le persone delle comunità maggiormente colpite, come San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo. Emiliano cerca di fare lo sceriffo ma è tutto chiacchiere e distintivo, esattamente come il presidente del Consiglio Conte, la cui comunicazione fallimentare ha scaricato sui sindaci la gestione incredibile dell’emergenza sociale e sanitaria: dalla distribuzione dei buoni pasto all’acquisto delle mascherine che abbiamo effettuato con risorse comunali, considerato che quelle fornite dalla Protezione Civile regionale erano totalmente inadeguate”, conclude Landella.