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Quel mega concerto in Villa pensando a Woodstock

18 settembre 1994 : cronaca di un concerto nella villa comunale organizzato per conto dell’Avis.

 di Luigi Ciavarella

Nel 1994 fui chiamato dall’allora presidente Tonino Guida a partecipare ai lavori del Direttivo dell’Avis, col compito di occuparmi del settore musica/spettacolo, che era una delle voci più rilevanti della benemerita Associazione, poiché significava, insieme allo sport, darle innanzitutto visibilità e ciò comportava periodicamente che si organizzassero degli eventi.

Mi affidarono un budget di 500 mila lire da spendere col fine di allestire una serata musicale scegliendo tra le mie conoscenze del settore un artista o una formazione per una performance nella villa comunale la sera del 18 settembre, data fissata quell’anno per la celebrazione della “Giornata della Propaganda”.

Accettai l’incarico concentrandomi subito intorno alla idea di mettere in pratica una Rassegna musicale sull’esempio di Woodstock, con lo scopo cioè di coinvolgere più artisti in successione, senza interruzione alcuna, salvo la pausa del cambio strumenti. Proprio come il celebre Festival, anche se esempi simili non mancavano neanche qui da noi. A tale scopo invitai nella sede dell’Avis i nomi più noti del paese per verificare se il mio progetto poteva funzionare. Tra gli invitati anche Le Pietre Azzurre di Natale Tenace, i quali, benché non fossero più attivi risposero lo stesso alla chiamata. Sapevo che, Natale a parte, gli altri avevano appeso da tempo i loro strumenti al chiodo. Tuttavia li chiamai lo stesso sperando di riesumarli. Infatti furono piuttosto meravigliati dell’invito. Declinarono salvo poi ripensarci, quando ormai la scaletta si era formata senza di loro, avvertendomi che la band si era riunita e che avrebbe partecipato. Mario Masullo mi rassicurò, “stanno facendo le prove qui da me”.

Tonino Guida, informato della modifica accettò la novità. Il budget l’avrebbero diviso tra loro. L’apertura era stata affidata ai Revival di Michele Fulgaro, che avevano Bonifacio Tancredi come cantante principale, quindi Le Pietre Azzurre, che avrebbero eseguito brani rock e successivamente accompagnato Mikalett, poi gli Shiny Flowers, che era una band di adolescenti capitanati da Ludovico Delle Vergini, che invece avrebbero proposto brani/cover di musica pop.

Nella seconda parte della serata ci sarebbero stati i Traumatica, una micidiale band metal il cui chitarrista era Michelangelo Giuliani, composto prevalentemente da musicisti di San Giovanni Rotondo e, per chiudere, gli Axl’s Is Dead la band d’alternative rock di Antonio Giuliani e Antonio La Porta.

Quindi suoni e canzoni per tutti i gusti, revival e musica per giovani, offerti in un cocktail che, secondo me, avrebbe trovato corrispondenza nei gusti del pubblico, coinvolgendo più fasce d’interesse.

Al mixer c’era Giancarlo Leggieri, musicista anch’egli, che però quella sera si occupò del suono. Io, seduto al suo fianco in veste di “regista”, approfittai della circostanza per registrare in audio la serata con il mio registratore Luxmann analogico. A ciascun componente erano stati assegnati 45 minuti più 5 minuti per il cambio degli strumenti calcolando che il tutto si sarebbe esaurito in un tempo accettabile per il pubblico.

Il Concerto non andò secondo le mie previsioni: cominciò tardi rispetto all’orario stabilito e i Revival raddoppiarono il tempo a loro concesso facendo saltare tutto il programma. Nonostante le mie proteste, continuarono a suonare incuranti di tutto. Le Pietre Azzurre eseguirono prevalentemente brani rock dei Grand Funk Railroad, la musica che in quel momento prediligeva Natale Tenace, accompagnati alle tastiere da Domenico La Sala mentre alla sezione ritmica vi erano Luigi Stanco e Pasquale De Sol, membri storici del gruppo.

Il concerto proseguì con Mikalett in maniera impeccabile (che cantò oltre alle sue note canzoni anche un brano di Massimo Ranieri) quindi i Shiny Flowers composti da Ludovico Delle Vergini (voce e tastiera), i fratelli Angelo e Sergio e Giuseppe Ceddia al basso, poi i Traumatica, che seguirono, trasformando completamente la scena. Infatti il loro suono metal allontanò i tradizionalisti per fare posto ai giovani che cominciarono ad agitarsi sotto il palcoscenico. Il loro fu un concerto energico, tellurico, che soddisfò le aspettative dei presenti, me compreso. Un suono che però fece (purtroppo) saltare il collegamento del mio Luxmann al mixer, interrompendo così, irrimediabilmente, la mia registrazione.

Quando, per ultimi suonarono gli Axl’ is Dead, era passata la mezzanotte e la villa si era quasi svuotata, rimasero soltanto alcuni giovani che, amici e sodali della band, li incitavano da sotto il palco, ballando e cantando insieme a loro, creando un’atmosfera molto bella.

La serata del mio personale Woodstock finì tardissimo, i dirigenti dell’Avis erano andati via già da un pezzo, credo al termine della performance di Mikalett.

Per essere stata una vera Woodstock, con tutti i pregi e i difetti, è mancata soltanto la pioggia incessante (e il fango) però in compenso abbiamo avuto una serata dal freddo pungente ma questo non ha impedito al batterista dei Traumatica di liberarsi, prima di accendere i fuochi, della sua maglietta nera rimanendo così a torso nudo, per dimostrare al popolo del Metal quanto fosse perlomeno bollente l’energia del Rock n Roll.

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