Esce, per i tipi dell’editore Besa di Nardò (Le), il numero 36 della rivista Frontiere (anno XX, gennaio-dicembre 2019), che quest’anno festeggia, insieme al Centro di Documentazione sulla Storia e la Letteratura dell’Emigrazione della Capitanata (CDEC) ospitato presso la Biblioteca Comunale di San Marco in Lamis, i suoi primi vent’anni di vita.
Questa ricorrenza è opportunamente illustrata da un inserto fotografico che riassume sinteticamente il cammino ormai lungo del CDEC, che ha ricevuto alcuni tangibili riconoscimenti nell’ambito degli enti che si occupano di cultura emigratoria. Mostre, convegni, presentazioni, pubblicazioni hanno accompagnato questa crescita e si sono avvalsi della collaborazione di alcuni tra i maggiori studiosi e scrittori italiani e stranieri.
Il bilancio, alla scadenza dei vent’anni, è dunque positivo grazie anche soprattutto al sostegno dell’Amministrazione Comunale di San Marco in Lamis e alla solidarietà di alcuni mecenati (in primis, la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia) che hanno consentito di realizzare molte delle iniziative messe in programma.
Questo fascicolo di ‘’Frontiere’’ è caratterizzato da due note principali. Quella festosa riguarda il secolo raggiunto dallo scrittore italiano-americano Lawrence Ferlinghetti (con due distinti contributi di Luigi Fontanella e Francesco Chianese), mentre quella triste è legata alla scomparsa, a distanza di pochi mesi, di Francesco Durante, concordemente ritenuto uno dei maggiori conoscitori di cultura italoamericana, e di Joseph Tusiani, testimone esemplare dell’emigrazione negli Stati Uniti. Il loro ricordo è stato affidato rispettivamente a Martino Marazzi e a Cosma Siani, autore anche dell’intera sezione dedicata al Centro Studi ‘’J. Tusiani’’.
Una sezione privilegiata è quella dedicata a Carlo Levi, che questa volta ospita un saggio molto puntuale di Carmela Biscaglia, direttrice del Centro Studi R. Scotellaro di Tricarico, sul rapporto tra l’autore torinese e Rocco Mazzarone. Occorre dire che gli studi su Levi risultano tutt’ora incessanti, così come continua è l’organizzazione di mostre in varie parti del mondo. Lo studio di Biscaglia testimonia ulteriormente questo fervore da un angolo visuale molto particolare, legato ad un’importante figura intellettuale del ‘900 lucano e meridionale.