di Antonio DEL VECCHIO
Alexis, questa volta, riveste i panni del padre della sposa. E non solo. Lo notiamo in questa breve, ma intensa poesia dal tenero ed usuale gesto di innamorato della propria creatura al di sopra di ogni minimo vanto e futile esteriorità: “Mano nella mano”, ne potrebbe essere il titolo. Originale in questo caso, perché normalmente la sposa si porta a braccetto.
E ciò, a significare che con tale gesto si può dire di tutto e di più, anche nei momenti tristi, come nella composizione del grande Carducci dedicata al figlioletto Dante, morto in tenera età. Infatti, non a caso l’immagine che più colpisce e nel contempo esprime, è proprio il bisogno dei piccoli di sorreggersi a qualcuno o a qualcosa con la mano, come fa pure il figlio del poeta, afferrando e sostenendosi al ramo del melograno dai bei vermigli fiori… Tanto, a simboleggiare l’amore per la vita e l’umanità. Con le mani si può dire e fare di tutto. In esse ci sono i sogni dell’uno e dell’altro.
Il primo, bisognoso di essere amato e guidato, è di affido, l’altro di protezione dell’oggetto – persona più caro. Nelle mani c’è il calore del cuore. Nei palmari di esse c’è scritta tutta la nostra vita: la stanchezza di lavori infiniti; il pianto del distacco; le cicatrici dei nostri dolori e sconfitte; l’amore delle nostre carezze; la speranza nelle preghiere; la guida dei primi passi, a sfida delle le intemperie che ci aspettano. Infine, è racchiuso in esse il significato più importante e profondo del nostro destino, quello di dare la continuità alla vita e al mondo.
Ecco perché le mani assumono una importanza notevole nella cerimonia del matrimonio, quando il padre, protettore per antonomasia, prende la mano della figlia e la porta all’altare, cedendola all’altro con il quale dovrà fare i conti di coppia e della procreazione. Come accennato, di questo l’autore è orgoglioso al massimo più dell’andare a braccetto, perché in essa avverte in sé sia l’emozione – sentimento della figlia fanciulla, sia quella della donna adulta, pronta a cominciare anch’ella il percorso della famiglia.
I versi scorrono spontanei, quasi che non fosse solo uno sfogo di ricordo-nostalgia, anche perché la composizione risale a quel tempo, ma un fiume perenne di felicità e soddisfazione, perché in questo gesto non c’è più la separazione dell’età, ma la coscienza della parità di ruolo, lui di padre e lei di sposa felice.
Da rilevare, infine, che con questa poesia, Alexis, torna di nuovo a ribadire il suo concetto e modus vivendi, sostenuto com’è dalla forza della fede, la luce che continua a guidarlo in ogni luogo e intreccio dell’esistenza, anche in questo periodo di soffocante buio e smarrimento. Ad Maiora!
Ecco i versi:
IL PADRE E LA SPOSA
Mano nella mano,
cosi ho voluto accompagnarti
all’altare verso il tuo sposo.
Da bambina, ragazza e anche da adulta
abbiamo camminato allo stesso modo.
Io stringevo il mio piccolo mondo,
tu il tuo, più grande
cui eri protetta e sicura.
Anche oggi, mano nella mano
nel momento sognato
come padre e sposa.
Oggi, le nostre mani non stringono
più i nostri mondi,
oggi siamo pari. Io, padre, orgoglioso
del tuo talento e del tuo cuore
pieno della grazia di Dio. Tu, orgogliosa
per essere pronta come sposa e moglie
per l’amore ricambiato.