La posizione dell’onorevole foggiano, Giorgio Lovecchio, riguardo la chiusura delle scuole disposta dal presidente Emiliano
«Mentre media e virologi di tutto il paese ammettono le difficoltà nei tracciamenti, garantendo che la pericolosità all’interno delle scuole resta minima, il neo eletto presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, emette un’ordinanza che chiude le scuole di ogni ordine e grado.
Una linea opposta a quella delle ricche Francia e Germania che, considerando troppo alto lo scotto da pagare per famiglie e ragazzi in caso di lockdown scolastico, lasciano aperte le classi, permettendo così ai genitori di continuare a lavorare da casa o nelle fabbriche, che restano attive.
Anche perché per i francesi non mandare più i bambini a scuola è «una scelta inaccettabile», come dice l’epidemiologo Martin Blachier «perché se c’è una cosa che deve essere sacra è proprio la scuola»
Emiliano e Lopalco parlano di fallimento del sistema di tracciamento e gestione dei tamponi della sanità pugliese e raccontano di “numeri pesantissimi”, quando in realtà il numero di studenti contagiati è pari allo 0,074%, 417 su più di mezzo milioni di studenti.
Il motivo della chiusura della scuola sarebbe dunque da rinvenirsi nelle “migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, che devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento”, come spiega Lopalco.
A monte della grave disagio che riguarda l’istruzione dei ragazzi pugliesi, c’è dunque il carico delle ASL che non riescono a rispondere efficacemente alle sopraggiunte esigenze.
È giusto che le inefficienze del sistema sanitario pregiudichino l’attività scolastica dei nostri ragazzi, oltre che la quotidianità lavorativa di migliaia di famiglie, messe in grandissima difficoltà dalla urgenza di conciliare bambini e professione?
Non è giusto che scolari e famiglie paghino personalmente l’impreparazione e i ritardi dell’amministrazione regionale. La chiusura delle attività scolastiche del primo ciclo è inaccettabile».