Il sogno che ha accompagnato migliaia di emigranti sammarchesi nel mondo nelle struggenti note di Ciro Iannacone
di Luigi Ciavarella
Sui grandi temi dell’emigrazione, che hanno investito generazioni intere di sammarchesi a partire dal dopoguerra del secolo scorso, ciascuna forte del desiderio di emancipare la propria condizione sociale fondata sui bisogni, se da una parte ha consentito un certo indubbio benessere economico dall’altra ha lasciato sul terreno esistenziale storie di lacerazioni familiari, distacchi dolorosi e profonde ferite che il tempo non sempre è riuscito a sanare.
Ma l’emigrazione non ha riguardato soltanto categorie popolari (braccianti, contadini, etc.) ma anche coloro che hanno studiato, fior di letterati per esempio che per vari motivi hanno lasciato la propria terra per inventarsi altrove una nuova esistenza. Con tutte le difficoltà che questo trasferimento ha comportato: lo sforzo di imparare una nuova lingua, l’incertezza del futuro, l’integrazione quindi la nuova identità da assumere e la conseguente faticosa, quotidiana, nuova vita da costruire lontano da casa. Elementi che hanno accompagnato la realtà dei nostri emigranti.
Ciro Ianncone ci ha abituati a questo genere di interpretazioni debordanti di melodie affascinanti e seducenti. Egli riesce a trasmetterci, attraverso la sua voce e il sostegno di una strumentazione minima, composta da chitarra classica e sintetizzatore, che serve per comunicare una grande emozione, un sentimento d’appartenennza che ha accompagnato nel tempo la sorte di migliaia di sammarchesi nel mondo.
SOGNARE L’AMERICA
(Testo di Giuseppe Bonfitto)
Sognare l’America per andare poi in America
Le lingue da parlare
Sono due c’è da studiare
Le nazioni della vita
Anche due ma che fatica
Ma quest’uomo ha un solo cuore
Fatto a pezzi dal dolore.
Sognare l’America per tornare poi dall’America
Un passante intelligente
chiede a un uomo dolcemente
La domanda che gli pone
Sulla valigia di cartone
Tanti sogni e il pane duro
Con la speranza nel futuro
Sognare l’America ma l’America è quà
(Rosia, 15 agosto 2020)